La rogna dell’ulivo, conosciuta scientificamente come Pseudomonas savastanoi è una comune e ricorrente malattia che colpisce gli olivi. Questa patologia batterica può compromettere la salute degli alberi e ridurre significativamente la produzione di olive. In questo articolo parlerò specificamente di un’esperienza personale che ho avuto modo di analizzare durante la potatura di un oliveto di un agricoltore. La sua strategia di lotta conferma l’importanza dei trattamenti così come abbiamo già ampiamente parlato su ColtivoBio.
Sommario
Cos’è la rogna dell’olivo?
Abbiamo già parlato ampiamente su ColtivoBio della rogna dell’olivo, Facendo una scheda tecnica dettagliata su questa patologia che trovi cliccando al seguente link: rogna dell’olivo sintomi e cura. Brevemente diremo che questa è causata da un batterio che penetra nei tessuti vegetali attraverso ferite o lesioni. Il sintomo caratteristico è la formazione di galle legnose (vedi foto sotto), simili ad escrescenze, sui rami, sul tronco e persino sulle radici dell’albero. Queste galle ostacolano il flusso dei nutrienti, indebolendo la pianta e rendendola più vulnerabile ad altre malattie.
Trattamenti per la rogna dell’olivo
Questa malattia risulta particolarmente ostica per molti agricoltori e piccoli produttori anche se la strategia di lotta è ormai consolidata. Come scritto nell’introduzione ho avuto modo di vedere con i miei occhi da tecnico di campo l’efficacia dei trattamenti quando questi sono effettuati nel modo giusto e nei tempi giusti.
Questa esperienza mi ha portato ad analizzare l’oliveto di un agricoltore in cui la presenza della rogna dell’olivo era pressoché nulla eccezion fatta per delle piante poste al confine di un lotto di terreno edificato. Interrogando l’agricoltore ho scoperto che praticava non meno di due trattamenti con rame (vedi qui) all’anno effettuati in momenti specifici.
Interessante invece notare che le piante sul confine, essendo poste nelle vicinanze di un centro abitato, venivano trattate solo da un lato della pianta per evitare deriva dei trattamenti e rispettare le distanze. Queste piante quindi ricevevano soltanto una piccola parte del trattamento e mostravano invece una forte presenza di rogna dell’olivo.
Come già spiegato in un precedente articolo sul ColtivoBio, il rame non solo è l’unico prodotto ammesso ma è il prodotto per eccellenza da utilizzare contro i batteri. Il rame al momento è l’unica soluzione e quindi va utilizzato nel modo giusto. Nell’uliveto preso in esame sono almeno due i trattamenti effettuati; uno dopo la potatura e uno in ripresa vegetativa. Quando possibile viene effettuato anche un terzo trattamento con il rame a stagione inoltrata, ricordando anche l’azione secondaria che il rame svolge sulla Mosca dell’olivo (vedi qui) e di altre patologie come l’occhio di Pavone (vedi qui) la lebbra e la piombatura (vedi qui).
In questo caso parliamo di un’azienda agricola professionale quindi spinta a lavorare secondo le buone pratiche agronomiche. Invece, nei piccoli appezzamenti familiari dove la produzione di olio è per uso personale difficilmente sia ha capacità o la tempistica di effettuare almeno due trattamenti con il rame.
Con l’occhio del tecnico di campo ho individuato altre due peculiarità di questo oliveto che permettono una buona gestione della rogna dell’olivo. La prima è l’adozione di forme di allevamento professionali come il vaso policonico. Il vantaggio di questo tipo di potatura dal punto di vista della gestione delle malattie è quella di avere un cono vuoto all’interno della pianta che favorisce il passaggio dei trattamenti è quindi una maggiore uniformità di bagnatura. La seconda è la costanza annuale dei trattamenti effettuati.
Tutti gli anni bisogna fare i trattamenti contro la rogna perché l’inoculo del batterio va tenuto sotto la soglia di danno in modo costante. Non si può pensare di gestire un oliveto con forte presenza di rogna dell’olivo con una sola stagione di trattamenti anche se effettuati in modo idoneo. Se la rogna dell’olivo sfugge al controllo ci vorranno diversi anni di trattamenti per riportare l’oliveto sotto la soglia di danno.
Infine ricordiamo che assieme a rame anche prodotti a base di Bacillus subtilis (vedi qui) hanno azione di contenimento della rogna dell’ulivo. Questi prodotti hanno dimostrato scientificamente la loro efficacia e in Italia esiste un formulato commerciale regolarmente registrato.
Ricordiamo che non esiste nessun antibiotico registrato per l’agricoltura. La rogna dell’olivo, benché sia causata da un batterio, deve essere gestita attraverso l’utilizzo di prodotti batteriostatici come il rame o batteri antagonisti come il Bacillus subtilis.
“Leggi anche la nostra scheda tecnica dedicata al riconoscimento di tutte le malattie e gli insetti che attaccano l’olivo che trovi al seguente link: Malattie dell’olivo identificazione con immagini”
Esempio pratico di lotta alla rogna dell’olivo
Ipotizziamo di avere un oliveto particolarmente affetto da rogna dell’olivo dovuto ad una passata ed errata gestione, andiamo quindi ad analizzare passo per passo quali sono le principali azioni da compiere in modo da riportare il nostro oliveto ad una condizione accettabile:
- Effettuare un trattamento subito dopo la raccolta possibilmente con ossicloruro o idrossido di rame (come questo). Questo trattamento serve per prevenire l’ingresso del batterio dalle ferite provocate con gli strumenti di raccolta.
- Effettuare un trattamento subito dopo la potatura con ossicloruro o idrossido di rame. Questo trattamento serve per prevenire l’ingresso del batterio delle ferite di potatura. Questo trattamento è fondamentale se non si è eseguito il trattamento post-raccolta.
- Eseguire i trattamenti con rame subito dopo forti grandinate. In alternativa è possibile utilizzare prodotti a base di Bacillus subtilis.
- Effettuare sistemi di potatura volti all’apertura interna della chioma che permettano il passaggio dei trattamenti come vaso, vaso policonico o forme a basso volume come il monocono. Il passaggio della soluzione fitosanitaria del trattamento è fondamentale per avere una buona bagnatura e quindi una buona riuscita del trattamento.
- Eliminare con la potatura rami e fronde particolarmente affette dalle galle. Nella gestione di alberi con forte presenza di rogna dell’olivo si deve privilegiare l’aspetto fitosanitario piuttosto che quello produttivo.
- Allontanare i residui di potatura infetti dal terreno; questi non vanno fresati in loco ma possibilmente bruciati o allontanati al di fuori dell’appezzamento.
- Se si è effettuato un solo trattamento tra autunno e la potatura, sarà necessario effettuare un secondo trattamento in ripresa vegetativa. Questo trattamento avrà effetti benefici anche contro le malattie come occhio di Pavone e piombatura. In questo periodo si può utilizzare un solfato di rame (come questo) che ha una maggiore durata.
- Concimare, piante particolarmente soggette alla rogna delle olive sono anche piante debilitate che si avvantaggiano quindi di un corretto apporto di nutrienti. Le piante vanno sostenute con un’attenta nutrizione e un corretto piano di concimazione è fondamentale. Solo fai attenzione a non esagerare con l’azoto che può invece avvantaggiare il batterio. Se non sai come concimare l’ulivo leggi la nostra scheda tecnica dedicata che trovi al seguente link: come concimare l’olivo.
- Sterilizza gli strumenti per la potatura e la raccolta ogni volta anche cambi albero. Il batterio si trasmette soprattutto attraverso gli strumenti infetti. Disinfettare gli strumenti di taglio con alcool etilico al 70 % o benzalconio cloruro (tipo questo). La disinfezione aiuta a ridurre la trasmissione della malattia.
Ricorda piccole percentuali di presenza di rogna dell’olivo sono normali è impossibile debellare totalmente il batterio. Le piante di olivo possono tranquillamente convivere con presenza di piccole galle. Bisogna invece evitare che il batterio sfugga al controllo e si moltiplichi indiscriminatamente per questo la costanza nei trattamenti e l’adozione dei consigli menzionati sopra sono fondamentali.