I prodotti a base di rame sono i più comuni fungicidi e batteriostatici in agricoltura. In questo articolo vedremo tutte le tipologie, le loro caratteristiche e l’uso in agricoltura biologica e convenzionale (aggiornamento 2025).
Sommario
Come agisce il rame in agricoltura
Il rame è uno dei più importanti prodotti nella difesa delle piante. Ha un’azione preventiva nei confronti dei funghi patogeni e di moltissimi batteri fitopatogeni (battericida e batteriostatica). La sua utilità è stata ampiamente rivalutata in chiave positiva nel corso degli ultimi decenni. Rimane ancora oggi in agricoltura biologica uno dei prodotti più efficaci, basta ricordare la sua importanza contro la peronospora della vite (vedi qui scheda tecnica patogeno)
Il rame in tutte le sue forme è un prodotto di contatto, fanno eccezione il rame chelato e i peptidi di rame che sono parzialmente assorbiti a livello della camera sottostomatica. Questo fa si che peptidi e chelati siano in una certa misura più efficaci rispetto alle altre tipologie di rame ma di contro hanno una maggiore fitotossicità e vanno quindi usati con cautela. Generalmente questi prodotti sono venduti sotto la veste di fertilizzanti.
Il rame esplica la sua azione quando di trasforma in ione rameico. Per i funghi e i batteri questo ione è un microelemento essenziale per il loro sviluppo, ma un eccesso di assorbimento ed accumulo di questo agisce negativamente sui processi enzimatici, di traspirazione e respirazione nei batteri. Mentre nei funghi lo ione rame va a sostituire gli ioni idrogeno, e magnesio all’interno della parete di chitina causando anche la denaturazione delle proteine e degli aminoacidi nella membrana cellulare. L’attivazione di questi processi dovuti all’applicazione del rame portano alla morte dei funghi e batteri fitopatogeni.

Come si presenta l’idrossido di rame pronto per l’utilizzo, in questo caso siamo di fronte ad una formulazione in polvere.
Tipologie di rame
Le principali forme in cui possiamo trovare il rame come agrofarmaco sono: ossido rameoso, idrossido di rame, ossicloruro di rame e solfato di rame.
- L’ossido rameoso è la forma meno comune di utilizzo del rame in agricoltura sia perché è il più fitotossico tra i prodotti a base di rame, sia perché ha una bassa sospensibilità in acqua (tende quindi a precipitare), di contro ha una buona adesività sulle parti di vegetazione trattata e ha una elevata azione battericida.
- L’idrossido di rame è tra i Sali di rame quello con la maggiore prontezza d’azione, ideale è quindi il suo utilizzo dopo un evento atmosferico avverso (vento forte, grandine, gelate tardive) o una potatura per evitare il rapido ingresso dei patogeni dalle ferite createsi (utilizzo entro le 24-48 ore dall’evento). Si veda ad esempio l’uso dell’idrossido di rame contro la rogna dell’olivo (qui) Generalmente gli idrossidi di rame una volta applicati hanno una copertura non superiore ai 7-10 giorni.
- Ossiclururi di rame hanno una prontezza d’azione intermedia tra tutti i sali di rame e una efficacia pari alla poltiglia bordolese con il vantaggio di una preparazione più rapida. Inoltre hanno un’ottima azione battericida. Un classico uso di questo prodotto è contro “l’occhio di pavone (qui)” malattia che colpisce l’olivo (come questo)
- Solfato di rame è molto solubile in acqua ma ha una scarsa aderenza (viene dilavato facilmente) ed è molto fitotossico ed acido, di conseguenza la forma più utilizzata di questo sale di rame è quella neutralizzata con l’idrossido di calcio, detta anche poltiglia bordolese (vedi sotto). Il solfato di rame è tra i Sali di rame quello con meno prontezza d’azione ma con una copertura anche superiore hai 20 giorni, il che fa sì che tale prodotto si utilizzi alla fine delle colture (post raccolta) e nella fase del bruno (caduta foglie), ad ogni modo esistono formulati registrati per per l’uso in piena vegetazione (come questo)
- Poltiglie bordolesi Come accennato sopra sono prodotte con solfato di rame neutralizzato con l’idrossido di calcio. In base alla quantità di idrossido di calcio aggiunta queste si dividono in acide e neutre/basiche; le prime sono meno persistenti, più pronte e più fitotossiche. Le seconde sono più persistenti, meno pronte e meno fitotossiche (come questa). Quest’ultime trovano ad esempio uso in trattamenti post raccolta e/o fine inverno contro la bolla del pesco (vedi qui).
Esiste un’ultima poltiglia chiamata Poltiglia borgognona in cui il solfato di rame è neutralizzato con il carbonato di sodio. Poco usata e poco conosciuta.
Il rame utilizzato in agricoltura è venduto in due formulazioni, in polvere e liquido. La prima è la più comune ma ha lo svantaggio di dover essere pesata al momento dell’utilizzo con una bilancia, considerando anche che è un prodotto che tende a sporcare molto (vedi foto sopra). Le formulazioni liquide sono invece più pratiche potendo essere dosate utilizzando un misurino volumetrico.
Ti potrebbe interessare anche la sceda tecnica su: “il corretto uso dello zolfo come fungicida in agricoltura” che trovi cliccando (qui)
Concimi e biostimolanti a base di rame
Negli ultimi anni si sono sviluppati prodotti che contengono rame ma che non sono registrati come fitofarmaci. In questi prodotti il rame può essere sotto diverse forme e registrato come concime o biostimolante (vedi qui). In moltissime di queste tipologie il rame continua ad avere attività fungicida e batteriostatica. L’etichettatura come concime il più delle volte è un modo legale per evitare di registrare il prodotto come fitofarmaco, il che richiederebbe più costose lungaggini burocratiche. Nei prodotti biostimolanti invece il rame di solito è a concentrazione più bassa ma reso efficace grazie all’aggiunta di composti come aminoacidi, estratti di alghe e induttori di resistenza.
Come utilizzare correttamente il rame
Per una corretta efficacia di tutti i Sali di rame è importante che i mezzi di distribuzione siano perfettamente funzionanti e che gli ugelli siano puliti, questo perché il prodotto deve essere distribuito in maniera omogenea visto che è un prodotto di copertura. Inoltre gli accumuli di prodotto sulla vegetazione sono dannosi in quanto gli eccessi dovuti a distribuzione non omogenea determinano rugosità su frutti o su foglie nelle parti interessate dall’eccesso di prodotto. Il dosaggio del rame è quello riportato sull’etichetta del prodotto commerciale. Poiché varia in funzione delle caratteristiche di produzione, della patologia da curare e dei mezzi di applicazione.
Vanno inoltre evitati i trattamenti nelle ore più calde della giornata.
Se ne sconsiglia l’uso in miscela con i polisolfuri, i prodotti a base di Bacillus thuringiensis (vedi qui), virus della granulosi della carpocapsa e il piretro (vedi qui).
Ho dato una rinfrescata alle mie conoscenze sull’utilizzo del rame in agricoltura e devo dire che Matteo Tarquini è riuscito, con un linguaggio semplice ed efficace, a condensare in una sola pagina tutto ciò che serve conoscere su questo prodotto. In nessun altro sito informatico ho trovato un’esposizione così completa e comprensibile sui prodotti a base di rame. Complimenti Matteo e grazie per il lavoro che fai.
Grazie
Buon giorno.
Grazie dell intetessantissima relazione sui vari tipi di rame.
Volevo chiedere se tra di loro i rami sono miscibili o creano danni alla pianta.
Grazie. Saluti
Fabio
Grazie per i suggerimenti ho una decina di piante piene di rogna dell olivo