Sommario
Che cos’è la piombatura o cercosporiosi dell’olivo
In queste scheda tecnica vedremo come riconoscere e prevenire la piombatura dell’olivo o più comunemente chiamata cercosporiosi, malattia che può diventare temibile per l’olivo tanto quanto la rogna dell’olivo (qui scheda tecnica). Questa è una grave malattia causata dal fungo Mycocentrospora cladosporioides, questo è ampiamente distribuito nella maggior parte delle regioni olivicole del mondo. Questa malattia è particolarmente importante in quanto causa la caduta delle foglie e la parziale defogliazione dei rami, che indeboliscono gli alberi e riducono la produzione. La defogliazione si traduce in una ridotta crescita dei germogli, in una diminuzione dell’allegagione e in una scarsa formazione di boccioli fiorali nell’anno successivo. La piombatura dell’olivo colpisce con differente intensità a seconda degli reali di coltivazione. La malattia può richiedere diversi anni, prima che diventi in una particolare località abbastanza grave in da causare danni economici. I primi segni di cercosporiosi si manifestano con macchie grigie sulla pagina inferiore delle foglie che sembrano essere ricoperte da polvere nera o una muffa fuligginosa (vedi figura 1) La pagina superiore delle foglie nei primi stadi della malattia si presenta normale o al massimo leggermente decolorita. Con progredire della piombatura, le foglie ingialliscono facendo apparire le foglie clorotiche (alcune varietà mostrano più clorosi di altre) o sviluppano zone disseccate sulla foglia poste in zona apicale o marginale (vedi figura 2).
Le foglie infette infine cadono, provocando in alcuni casi una defogliazione parziale della pianta. Ad essere attaccate per prime sono le foglie basali dei rametti (quindi quelle più vecchie) per poi portarsi nel corso della stagione sulle foglie apicali. Ad uno stadio iniziale l’attacco sulle foglie può passare inosservato ai meno esperti, ciò dovuto ai deboli sintomi iniziali (vedi figura 3) Anche le drupe possono essere colpite da questa patologia anche se più raramente rispetto alle foglie. I sintomi della piombatura possono variare a seconda della cultivar e dello stadio di maturazione dei frutti. Alla maturazione delle olive, l’epidermide dei tessuti infetti ha un aspetto grigio cenere e i frutti malati mostrano macchie marrone chiaro leggermente infossate. Le macchie sono di forma regolare e senza alone. Tuttavia, in alcuni casi, sulle drupe ancora verdi l’attacco provoca un alone distinto di scolorimento rosso-bruno, simile ad un inizio invaiatura (inizio maturazione), in netto contrasto con il colore del frutto, che circonda i siti infetti. In caso di grave attacco e temperature ambientali favorevoli, le macchie possono allargarsi e fondersi, coprendo gran parte della superficie del frutto. Anche i giovani rametti e i piccioli delle foglie possono essere colpiti, manifestando una sintomatologia che porta alla manifestazione di macchie fuliginose sugli organi colpiti. La gravità dell’infezione da frutto sembra essere correlata alla presenza di clima mite e umido nei tre mesi precedenti la raccolta.
Ciclo biologico della piombatura dell’olivo
La piombatura dell’olivo si trasmette dalle foglie attaccate alle foglie sane direttamente sull’albero, anche se il fungo può sopravvive in modo saprofitico sulle foglie cadute al suolo. Il fungo penetra all’interno delle foglie attraverso gli stomi e le ferite naturali per poi invadere tutta la foglia. Una volta penetrata, la cercosporiosi in un periodo anche breve (nell’ordine di 15 giorni se le condizioni climatiche sono favorevoli) inizia a produrre le strutture di disseminazione, quali i conidi. La piombatura produce anche strutture di conservazione, quali gli sclerozzi. Queste strutture consentono al fungo di sopravvie anche nei momenti difficili e durante l’inverno. Come già accennato, se permangono le condizioni di crescita il fungo rimane attivo anche sulle foglie cadute al suolo dove continua a produrre conidi. Le prime infezioni avvengono a fine primavera, e a fine estate-inizio autunno si hanno i primi sintomi. La cercosporiosi è avvantaggiata da condizioni di elevata umidità relativa.
Lotta e prevenzione della cercosporiosi
Il danno ai frutti può essere importante quanto l’infezione delle foglie. I trattamenti a base di sali rame (qui scheda tecnica) sono attualmente gli unici autorizzati per il controllo della piombatura dell’olivo (qui un buon prodotto). È necessario considerare le prime applicazioni subito dopo la fioritura. Poiché il rame è un fungicida protettivo, è essenziale una copertura efficace degli alberi. Ciò richiede l’uso di uno spruzzatore (0 atomizzatore) efficace con una pressione sufficiente per coprire entrambi i lati delle foglie, specialmente all’interno dell’albero. Un secondo trattamento è da effettuarsi durante l’estate. Occorre ricordare che i trattamenti contro l’occhio di pavone (vedi qui scheda tecnica) hanno un effetto anche contro la piombatura. I trattamenti a base di corroboranti (vedi qui scheda tecnica) hanno un’azione collaterale contro la piombatura. I prodotti a base di lecitina (la trovi qui), olio di soia, olio di girasole e l’estratto integrale di castagno a base di tannino, svolgono un’azione preventiva di fortificazione delle naturali difese della pianata.
Per quanto riguarda le strategie agronomiche, con la potatura si deve rimuovere la vegetazione vecchia nelle parti basali che è la più suscettibile e arieggiare la chioma per evitare eccessi di umidità interna che favorirebbe il fungo. In fine va ricordato che la suscettibilità di questa malattia dipende anche dalle cultivar coltivate, risultano suscettibili le cultivar Frantoio, Moraiolo, Rosciola, Ogliarola, Moresca.