Sommario
Descrizione
Il marciume apicale, in gergo chiamato punta nera o culo nero è una frequente fisiopatia che colpisce il pomodoro, ma si può riscontrare anche sul peperone. Per fisiopatia si intende un danno fisiologico di natura non patogena. Il marciume apicale è una condizione molto complessa e che dipende da molteplici fattori come vedremo. Questa si manifesta con la mancata crescita e sviluppo della parte terminale dei pomodori che assumono una colorazione nera o brunastra e un aspetto depresso (vedi foto sotto). Successivamente su questa sintomatologia si possono sviluppare delle muffe, quasi sempre funghi saprofiti.
Il marciume apicale colpisce prevalentemente i pomodori a bacca lunga come il San Marzano e la tipologia Cuore di Bue. Molto meno suscettibili sono le tipologie tonde è quasi per nulla quelle ciliegino e datterino, come già accennato può anche colpire il peperone.
Le cause
Il ruolo chiave svolto in questa fisiopatia è dato dal calcio o meglio dal suo ione, cosi come viene assorbito dalla pianta. Il calcio è estremamente importante nella pianta ed è il quarto componente nella struttura della pianta dopo azoto, fosforo e potassio. Lo ione calcio è coinvolto nella formazione della parete cellulare e quindi direttamente coinvolto nella struttura della pianta conferendo resistenza meccanica e contribuendo alla formazione di tessuti sani. È scientificamente dimostrato che piante carenti sotto sul profilo del calcio sono più suscettibili ad alcune malattie come la botrite nella vite o il Fusarium sul pomodoro. Il calcio è anche una delle molecole più difficili da assorbire e traslocare per la pianta per via delle sue caratteristiche chimiche. Questa molecola viene assorbita dalle radici e si muove all’interno della pianta con il flusso della linfa grezza per raggiungere le varie parti della pianta. È una molecola che si muore con lentezza e una volta incorporata nelle strutture della pianta non può essere smobilizzata per altri usi come avviene per esempio per il magnesio che può essere ritraslocato dalla pianta sui nuovi tessuti; questo invece non avviene con il calcio. Il calcio nel suo percorso tra i vasi della linfa grezza viene catturato velocemente dagli organi verdi della pianta specialmente quelli ad elevata traspirazione come le foglie. Quindi nell’estremità di un frutto, dove non ci sono strutture particolarmente attraenti per l’assorbimento del calcio, la sua percentuale tende a diminuire fino ad arrivare a concentrazioni che non permettono il completo sviluppo delle strutture. Tale carenza quindi si manifesta come marciume apicale. Per questa sua caratteristica stranamente sono le piante con crescita rigogliosa a soffrire di più di mancanza di calcio, questo perché i tessuti in attiva crescita richiedono e sequestrano una elevata quantità di questo elemento lasciando ai frutti o alle estremità fogliari meno elemento disponibile.
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Marciume da elevata temperatura e umidità
Abbiamo detto che il calcio si muove attraverso il flusso linfatico e questo si muove a sua volta attraverso la traspirazione della pianta. Giornate particolarmente calde e afose riducono la traspirazione la pianta, questa infatti chiude gli stomi cercando di preservare le risorse idriche. La riduzione del flusso però comporta anche una minore disponibilità del calcio per la pianta. Questo dimostra come il marciume apicale del pomodoro non è soltanto un fattore di mancanza di calcio ma anche della sua mobilità all’interno della pianta. Questo caso si manifesta particolarmente in estate all’interno delle serre ed è quindi fondamentale al fine di prevenire il marciume apicale ottimizzare l’areazione delle serre ed effettuare l’imbiancamento.
Mancanza di calcio biodisponibile
Il calcio si muove con il flusso della linfa grezza e questo ione viene prelevato dal terreno. Una mancanza di calcio disponibile nel terreno (o meglio dire biodisponibile) con forme non assimilabili può determinare marciume apicale anche in condizioni di coltivazione perfette. La mancanza di calcio nei suoli italiani è molto rara, quindi questa fisiopatia causata da questa particolare situazione è particolarmente rara. Meno raro invece è la trasformazione del calcio in forme non biodisponibili, situazione detta retrogradazione del calcio. Questo può avvenire dopo una concimazione con fosforo in un terreno con pH basico. In queste condizioni il calcio reagisce con il fosforo formando un composto insolubile chiamato fosfato tricalcico. Questa situazione non è molto frequente può essere prevenuta attraverso applicazioni di composti umici da leonardite (come questo).
Il principale fattore, l’irrigazione
Fatta questa lunga l’introduzione è chiaro come l’irrigazione gioca un ruolo fondamentale. E’ scientificamente provato che irrigazioni discontinue sono quelle che determinano il maggior rischio di insorgenza di marciume apicale. E’ noto anche che irrigazioni eccessive con effetti di ristagno dell’acqua oltre a favorire lo sviluppo di patogeni tellurici riducono l’assorbimento del calcio dalle radici. Dunque irrigazioni brevi ma costanti sono la principale arma a disposizione dell’agricoltore per prevenire il fenomeno del marciume apicale. Gli stress idrici sono dunque da evitare e possono essere prevenuti supplendo alla pianta prodotti biostimolanti ( a base di alghe che aiutano a superare questi stress (come questo). Oltre all’accesso di irrigazione, anche la mancanza di acqua durante il periodo estivo su varietà suscettibili è da evitare ed è una delle principali cause scatenanti di questo fisiopatia.
Quindi abbiamo visto come questa fisiopatia può manifestarsi in culture particolarmente rigogliose, in situazioni di eccessivo caldo con umidità relativa alta, in situazione di carenza fisiologica nel terreno o con irrigazioni squilibrate.
Concimazioni a base di calcio
Ad ogni modo supplire calcio alla pianta per irrigazione attraverso la concimazione rimane una buona pratica agronomica, anche se non risolutiva se si verificano i casi citati sopra. Il calcio può essere applicato anche per via fogliare aumentando quindi la sua efficienza. Le formulazioni di calcio e più utilizzate sono il nitrato di calcio (vedi qui) che ha una rapido assorbimento, il chelato di calcio (lo trovi qui) e composti più innovativi ed efficaci come il calcio LSA (Ligni Sulfonato di Ammonio) (vedi qui). Se sussistono anche carenze di magnesio, riscontrabili con la colorazione gialla internervale nelle foglie basse, assieme al calcio si applicano prodotti con anche il magnesio (lo trovo qui). Il calcio deve essere applicato preventivamente in quanto una volta che il marciume apicale si è manifestato i frutti colpiti non possono essere recuperati. È quindi pratica comune nelle aziende agricole professionali integrare il calcio nel piano di concimazione su pomodoro. L’assorbimento del calcio così come gli altri elementi nutritivi può essere avvantaggiato anche con la somministrazione delle alghe per via fogliare o radicale. I prodotti a base di alghe (vedi qui) hanno dimostrato di migliorare la fisiologia della pianta e di ridurre gli stress abiotici.
Essendo anche un fattore di tipo genetico ricordiamo che per l’agricoltura professionale sono disponibili sul mercato piante con tolleranza a questa fisiopatia. E’ possibile trovare piante di tipo San Marzano dichiarate estremamente tolleranti da molte ditte sementiere.