Malattie del melo, guida al riconoscimento con immagini

Il Melo come tutte le piante è soggetto agli attacchi dei parassiti e delle malattie causate da funghi e insetti. In questa guida pratica faremo una panoramica principale sulle fitopatologie che causano danni al Melo. Per ogni patologia o insetto, troverai un link che porta ad una descrizione più completa, non avendo su questa scheda tecnica la possibilità di trattare per intero ogni singolo argomento. Ti invitiamo quindi ad approfondire l’argomento che ti interessa cliccando sugli appositi link. Per favorire e velocizzare il riconoscimento, ogni malattia o insetto è descritto con immagini.

Agenti di malattia: malattie fungine

Il Melo è colpito da una vasta categoria di fungi che causano notevoli danni. In ordine di importanza andiamo ad analizzare quali sono e che rimedi applicare per prevenirli e curarli.

Ticchiolatura del melo

La ticchiolatura del melo è una malattia causata dal micete Venturia inaequalis (nella sua forma sessuata) e da Fusicladium dendriticum nella forma asessuata. Questo è un fungo che attacca principalmente foglie e frutti, ma anche giovani germogli.

Sulle foglie nella pagina inferiore la sintomatologia della ticchiolatura è caratterizzata da macchie necrotiche inizialmente poco visibili e caratterizzate da forma irregolare e da un colore più o meno scuro. Sulla pagina superiore invece le macchie presentano forma più regolare e colore più chiaro. Successivamente con l’avanzare dell’infezione le macchie tendono ad allargarsi e a confluire l’una nell’altra e ad assumere una colorazione più scura, anche perché ricoperte da una muffa brunastra dall’aspetto vellutato (vedi foto sopra). L’attacco dei frutti comporta la comparsa di macchie e tacche brunastre dall’aspetto vellutato, con successiva suberificazione che con l’accrescimento del frutto comportano delle rotture e deformazioni (vedi foto sotto).

Forte attacco di ticchiolatura su frutto con deformità del frutto

È fondamentale ridurre il potenziale di inoculo della ticchiolatura in campo nella sua forma svernate, ossia gli speudoteci presenti nelle foglie cadute a terra. Si interviene eliminando le foglie cadute, bruciandole o interrandole con una fresatura.

Successivamente si interverrà alle prime fasi vegetative con trattamenti a base di sali di rame (vedi qui scheda tecnica) o polisolfuro di calcio (vedi qui scheda tecnica).

  • Per ulteriori informazioni sulla malattia e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sulla Ticchiolatura del melo (qui)

Oidio del melo

L’oidio o mal bianco del melo è una patologia vegetale causata dal fungo Podosphaera leucotricha (forma sessuata) e Oidium farinosum (sua forma asessuata) che colpisce Melo, Cotogno e Pero. I giovani germogli attaccati si presentano deformi, ricoperti dal micelio biancastro del fungo, clorotici e successivamente necrotici (vedi foto sotto). Sulle foglie la sintomatologia è costituita da deformazioni della lamina fogliare, sulle quali è possibile osservare aree clorotiche. Con il tempo questa situazione si estende all’intera foglia la quale viene ricoperta da micelio biancastro (costituito dagli organi di riproduzione del fungo).

I rimedi contro l’oidio del Melo prevedono trattamenti a base di zolfo (qui un buon prodotto). Per coadiuvare lo zolfo nella cura si possono utilizzare prodotti a base di bicarbonato di potassioun discreto rimedio naturale ma non in grado da solo di controllare l’oidio.

Tra gli altri prodotti registrati su melo e da utilizzare in combinazione con lo zolfo ricordiamo l’olio essenziale di arancio dolce e i prodotti a base di Laminarina, già registrati in Italia e i prodotti a base di Lecitina di soia (la trovi qui) e Chitosano (vedi qui)

  • Per ulteriori informazioni sulla malattia e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sull’Oidio del melo (qui)

Cancro del melo

Il cancro del melo è una malattia causata da un fungo Neonectria ditissima (sinonimo di Neonectria galligena) che attacca la corteccia dei meli ed altre specie vegetale secondarie, provocando una tipica lesione in cui la corteccia manifesta tipici sintomi e, infine, provoca la morte del ramo (vedi foto sottto). Nuovi cancri si formano da metà primavera e una volta formati sono presenti tutto l’anno. Le mele sono gli ospiti più importanti, anche se vengono attaccate anche le specie di pere e Sorbus e, meno frequentemente, frassini, faggi.

sintomo di cancro del melo su ramo

E’ una malattia tipica dei climi continentali con autunni piovosi e temperature estive miti. Pertanto è quasi assente nell’Italia centrale e meridionale con sporadiche presenze nel nord Italia.

Non esiste nulla di realmente efficace per contendere questa malattia si previene cercando di eliminare le porzioni di ramo infetto con opportune potature e disinfezioni degli strumenti di taglio. I trattamenti a base di rame hanno un effetto preventivo contro questa malattia riducendo il potenziale di inoculo ma non è in grado di eliminare completamente la malattia.

Fungicidi utili

Agenti di danno: insetti

Afide grigio del melo

I danni dell’afide grigio (detto anche cenerognolo) sono dovuti all’attività trofica (di nutrizione) sulle foglie e l’azione pungente causa ingiallimenti e gravi accartocciamenti (vedi foto sotto), mentre sui germogli si osserva un arresto dello sviluppo e deformazioni. Sui fiori determina l’aborto degli stessi, sui frutticini può comportare cascola e in ogni caso determina deformazioni e ridotto sviluppo con conseguente incommerciabilità o deprezzamento dei frutti. Segue poi un danno indiretto dovuto alla produzione di melata che provoca asfissia sui tessuti vegetali imbrattati e la comparsa di fumaggini (funghi saprofiti che crescono sulla melata). Per queste sue caratteristiche è uno degli afidi più temibili e difficili da controllare assieme all’afide lanigero.

Esemplari di afide grigio del melo

Figura 1 – Particolare di una colonia di afide grigio del melo all’interno di una foglia accartocciata

I trattamenti insetticidi vanno eseguiti con soglie di danno piuttosto basse vista la pericolosità dell’insetto, il quale anche in numero ridotto di individui può causare notevoli danni. Gli interventi sono effettuati con prodotti a base di azadiractina (olio di Neem) (lo trovi qui) e coadiuvati con oli minerali (vedi qui scheda tecnica). Quest’ultimi vanno distribuiti anche d’inverno nel tentativo di colpire ed uccidere le uova svernanti. Ricordiamo che l’azadiractina è un prodotto sistemico ma lento; quindi per favorire l’assorbimento di questo insetticida è utile e miscelare il prodotto con delle alghe (tipo queste).

  • Per ulteriori informazioni sull’insetto e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sull’afide grigio del melo “qui”

Afide lanigero del melo

L’afide lanigero del melo (Eriosoma lanigerum) è un parassita che attacca principalmente il melo, causando danni significativi alla produzione. Questo afide si riconosce per il corpo ricoperto da una caratteristica lanugine bianca, costituita da secrezioni cerose (vedi foto sotto)

 

Infesta i rami, le radici e il tronco ma non le foglie, formando colonie che provocano rigonfiamenti e fessurazioni nei tessuti legnosi, favorendo l’ingresso di patogeni secondari come il cancro rameale. Il ciclo vitale comprende sia forme attive sia stadi svernanti sulle radici o nelle screpolature della corteccia. La gestione prevede l’uso di nemici naturali, come l’Aphelinus mali, e trattamenti mirati con oli minerali, olio essenziale di arancio dolce e discreta azione è effettuata dai prodotti a base di olio di Neem (azadiractina). Una corretta potatura e il monitoraggio continuo aiutano a ridurre la pressione del parassita.

Afide verde del melo

L’azione di nutrizione di questi insetti determina un leggero accartocciamento delle foglie e un disturbo nell’accrescimento dei germogli, che nel caso di forte infestazione possono anche deformarsi. Come tutti gli afidi la produzione di melata (escrementi densi e zuccherini) provoca l’imbrattamento della vegetazione sottostante e favorisce lo sviluppo delle cosiddette fumaggini (muffe di funghi saprofiti) che rovinano esteticamente i frutti e riducono la fotosintesi fogliare.

Colonia di afide verde del melo predata da larva di coccinella

Colonia di afide verde del melo su foglia matura, si intravedono anche le forme alate (individui neri). Sotto in basso una larva di coccinella intenta a predare l’afide

Generalmente l’afide verde è molto meno dannoso rispetto all’afide grigio del melo (vedi qui), per cui i trattamenti insetticidi sono giustificati solo in caso di forti infestazioni. I principi attivi da utilizzare sono il piretro (vedi qui scheda tecnica ), l’azadiractina (vedi qui scheda tecnica ) e se ben distribuito è efficace anche l’olio minerale (vedi qui scheda tecnica).

  • Per ulteriori informazioni sull’insetto e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sull’afide verde del melo “qui”

Carpocapsa (Cydia pomonella)

La Carpocapsa, è un fitofago estremamente dannoso per le pomacee (melo, pero, cotogno), il noce e secondariamente albicocco, susino e pesco.  Le larve della carpocapsa sono estremamente carpofaghe (mangiano i frutti) e danneggiano direttamente i frutti provocando gravi perdite produttive sia qualitative che quantitative. Il danno da Cydia pomonella è determinato dagli stadi larvali che scavano gallerie nei frutti. Queste gallerie sono dapprima superficiali, poi divengono sempre più profonde fino ad arrivare ai semi (vedi foto sotto).

La lotta contro la carpocapsa in biologico è particolarmente difficile e richiede esperienza dell’operatore e un costante monitoraggio dell’insetto. Quest’ultimo viene effettuato attraverso trappole a feromoni in modo da individuare il primo sfarfallamento dell’adulto. Gli strumenti di lotta sono molteplici e complessi, il più utilizzato nelle aziende agricole professionali e ben strutturate la confusione sessuale attraverso l’utilizzo massiccio di erogatori di feromoni. I trattamenti diretti contro larve vengono effettuate tramite l’utilizzo di insetticidi quali il Bacillus thuringiesis (qui un prodotto professionale), il Cydia pomonella Granulovirus (CpGV) e lo spinosad. 

  • Per ulteriori informazioni sull’insetto e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sulla carpocapsa “qui”

Ricamatori del melo

I tortricidi ricamatori del melo sono un gruppo di lepidotteri fitofagi, tra cui le specie più comuni sono Pandemis heparana e Adoxophyes orana. Questi insetti attaccano principalmente le foglie e i frutti del melo, causando danni sia diretti che indiretti. Le larve si nutrono del lembo fogliare, arrotolandolo e proteggendosi all’interno, oppure scavano gallerie superficiali sui frutti, compromettendone l’aspetto e la commerciabilità.

L'arma di tortrice del Melo

larva di tortrice del melo. Fonte foto inaturalist.org

Gli adulti sono farfalle di piccole dimensioni, con ali anteriori colorate in tonalità marroni. Il ciclo biologico comprende diverse generazioni annuali, con sfarfallamenti maggiori in primavera e estate. La gestione integrata prevede il monitoraggio con trappole a feromoni, l’utilizzo di insetticidi biologici come il Bacillus thuringiensis, e l’introduzione di predatori naturali.

Cimice asiatica

I frutti attaccati dalla cimice asiatica risultano deformi con un indurimento della polpa in prossimità della zona dove l’insetto si è nutrito. Il danno è dovuto alla presenza di alcuni composti biochimici nella saliva dell’insetto che innescano questo processo. La lotta alla cimice asiatica è molto difficile da applicare in quanto è un insetto estremante prolifico, in grado di sopravvivere su numerose specie vegetali e tutti gli insetticidi chimici al momento disponibili non sono in grado di eliminare un’infestazione al 100%.

Adulto di cimice asiatica

Adulto di cimice asiatica. Fonte foto qui

Al momento attuale lo strumento più utile per frenare gli attacchi di cimice asiatica risulta essere l’uso delle reti anti-insetto. Queste inoltre proteggono le piante anche da altri parassiti ma hanno di contro l’alto costo di acquisto e di posa in opera. Modesti risultati sono ottenibili in agricoltura biologica con i prodotti a base di piretro (vedi qui) e spinosad.

  • Per ulteriori informazioni sull’insetto e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sulla cimice asiatica “qui”

Mosca della frutta

La mosca della frutta nome scientifico Ceratitis capitata può colpire in modo sporadico e in determinate annate i frutti del Melo, soprattutto verso la maturazione dei frutti. Il danno è causato dalle larve che scavano gallerie nella polpa provocando così fenomeni di marcescenza che si ripercuotono sulla conservabilità e la qualità della frutta.

mosca della frutta

Adulto di mosca della frutta

Fattore essenziale per lo sviluppo della Mosca sono le temperature, poiché questa è particolarmente a suo agio con temperature alte, viceversa temperature vicine allo zero anche per pochi giorni sono in grado di uccidere il 100% delle larve.

Fondamentale per la gestione di questo insetto è effettuare il monitoraggio degli adulti con apposite trappole. Una volta individuato un picco di sfarfallamento le principali soluzioni sono la cattura massale e l’utilizzo dello spinosad.

  • Per ulteriori informazioni sull’insetto e per altre soluzioni ti invitiamo a leggere la nostra scheda tecnica completa sulla mosca della frutta “qui”

Rodilegno rosso

Il rodilegno rosso (Cossus cossus) è un lepidottero xilofago che colpisce diverse piante arboree, tra cui melo, pero, vite e pioppo. Le larve, facilmente riconoscibili per il corpo rosso-violaceo e la testa scura, scavano gallerie nei tronchi e nei rami, causando indebolimento strutturale, riduzione della produttività e predisposizione a infezioni secondarie.

Larva di rodilegno rosso (Cossus cossus)

Larva di Rodilegno rosso. Fonte foto forestpests.eu

Il ciclo vitale è biennale, gli adulti, farfalle di grandi dimensioni con ali grigie marezzate, sfarfallano in primavera-estate, mentre le larve svernano all’interno del legno. I sintomi includono fori di ingresso, presenza di segatura e un odore caratteristico di fermentazione. La gestione prevede interventi meccanici per rimuovere le larve, trattamenti con Spinosad alla schiusura delle uova e l’uso di trappole a feromoni per monitorare la popolazione. Danni simili vengono effettuati anche dal rodilegno giallo (Zeuzera pyrina) le cui larve sono leggermente più piccole, di colore giallo con punti neri che ricoprono il corpo. La lotta contro il rodilegno giallo segue gli stessi principi di quella del rodilegno rosso.

Insetticidi utili acquistabili on line

 

 

Pubblicato in Blog
Se ritieni utili le schede tecniche di ColtivoBio aiutaci a sostenere le spese di gestione del sito. Per effettuare una donazione clicca il pulsante qui sotto. L'intera procedura sarà gestita in modo sicuro da PayPal.
Seguimi sui social o cercami su Telegram!!

facebook
instagram
linkedin


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *