L’Encarsia formosa è un importantissimo insetto utile in lotta biologica e nella lotta integrata. In questa scheda tecnica vedremo il ciclo biologico e l’utilizzo di questo parassita di aleurodidi
Sommario
Ciclo biologico dell’Encarsia formosa
Negli ultimi anni la resistenza degli aleurodidi ai principali principi chimici ha fatto sì che le infestazioni di questo insetto siano divenute estremamente difficili da controllare. L’uso degli insetti utili come l’Encarsia formosa è uno dei mezzi più risolutivi al contenimento degli aleurodidi, tanto in agricoltura convenzionale quanto in agricoltura biologica. L’imenottero Enacarsia formosa è un parassitoide che misura meno di un mm di lunghezza ma è facilmente distinguibile per la loro bicromia, con torace nero e addome giallo (vedi figura 1). L’attività di biocontrollo principale viene effettuata dalle larve che parassitano le neanidi degli aleurodidi e collateralmente anche dagli adulti che si nutrono dell’emolinfa delle neanidi.
Encarsia formosa predilige l’attività a carico del Trialeurodes vaporariorum (vedi qui scheda insetto) anche se può parassitare Bemisia tabaci. È facile distinguere le neanidi parassitate, in quanto queste assumono una colorazione nera (vedi figura 2) e dopo circa 12-13 gironi da queste fuoriesce l’adulto da un foro circolare che rimane visibile sul pupario (vedi fugura 3). La temperatura ottimale per questo insetto utile è intorno ai 26 gradi, ai quali il ciclo da uovo ad adulto si compie in 15 giorni circa. Encarsia formosa teme le alte temperature alle quali la vita del parassita si riduce a pochi giorni.
Utilizzo dell’Encarsia formosa contro gli aleurodidi
Prima della sua applicazione si deve monitorare l’eventuale presenza dei fitomizi (aleurodidi) e successivamente se tra le colonie di questo vi sia una naturale presenza di Enacarsia formosa o simili. Questo lo si può evidenziare prelevando delle foglie colonizzate da neanidi di aleurodide e una volta inserite in contenitori ermetici trasparenti (con un po’ di carta assorbente inumidita), dopo due o tre giorni si cerca la presenza di eventuali adulti del parassitoide sfarfallati. Uno stretto parente dell’encarsia è l’Eretmocerus mundus (vedi qui). Questo può convivere come parassitoide assieme all’encarsia tra le colonie di aleurodidi anche se preferisce parassitare Bemisia tabaci. Il controllo degli aleurodidi passa attraverso il lancio settimanale del predatore o anche con lanci preventivi in caso di suscettibilità della coltura. Questo insetto utile lavora male con infestazioni in atto troppo elevate in quanto la melata degli aleurodidi riduce l’attività di cerca della preda. In tal caso in lotta biologica è buona norma effettuare dei trattamenti a base di piretro (vedi qui) o azadiractina (vedi qui) al fine di ridimensionare l’attacco e successivamente eseguire i lanci del predatore. Altri accorgimenti da adottare sono quelli di:
- evitare gli inoculi con temperature troppo basse (sotto i 20°C) in quanto gli adulti riducono il volo.
- evitare o ritardare l’asportazione delle foglie basali sulle quali si trovano la maggior parte dei pupari parassitati e dai quali sfarfalleranno ulteriori adulti di Encarsia formosa.
ma l’Encarsia è polifago? può nutrirsi anche di altre specie di mosche bianche o solo le due sopra citate? grazie
è specifico per queste due, un’altra specie che può parassitare è Bemisia argentifolii. Ad ogni modo per altre specie di aleurodidi ci sono altre specie di parassiti