L’Aculops lycopersici, noto anche come eriofide rugginoso del pomodoro, è un fitofago appartenente alla famiglia Eriophyidae. Questo microscopico parassita rappresenta una minaccia per le coltivazioni di pomodoro in campo aperto e in serra, causando danni significativi che si traducono in perdite qualitative e quantitative del raccolto.
Descrizione del Parassita
Gli adulti sono acari estremamente piccoli, lunghi circa 0,15-0,2 mm, visibili solo con l’ausilio di una lente o di un microscopio (vedi foto sopra). Presentano un corpo fusiforme di colore biancastro o giallastro, privo di segmentazione evidente. Sono dotati di due paia di zampe, tipiche degli acari eriofidi. Le infestazioni iniziano generalmente dalle foglie basali, per poi risalire lungo la pianta.
L’acaro si nutre dei succhi contenuti nelle cellule della pianta, come conseguenza le foglie e i fusti colpiti sviluppano un aspetto bronzato o rugginoso, con un progressivo ingiallimento e necrosi (vedi foto sotto)
Nei casi più gravi, si osserva una completa defogliazione della pianta. Un altro sintomo importante per l’identificazione dell’eriofide è la colorazione del fusto delle piante colpite che assume una colorazione bronzea/ruggine (vedi foto sotto).
I frutti colpiti presentano una superficie ruvida e bronzata, spesso con deformazioni che ne compromettono la commerciabilità.
Nei casi più gravi, l’infestazione può compromettere l’allegagione, causando un calo significativo della produzione.
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Biologia e Ciclo Vitale
L’Aculops lycopersici compie più generazioni all’anno, specialmente in condizioni di temperature elevate e bassa umidità, con un ciclo vitale che in condizioni ideali si completa in circa 7-10 giorni.
Si riproduce in modo rapido, le femmine depongono le uova sulla superficie delle foglie e sui frutti, in particolare in prossimità delle nervature. È attivo durante tutto il ciclo vegetativo del pomodoro, ma le infestazioni diventano più gravi con l’avanzare della stagione. Gli acari si spostano grazie al vento, agli insetti, agli operatori agricoli e agli strumenti di lavoro, contribuendo ad una rapida diffusione della popolazione.
Prolifera in condizioni di:
- Temperature elevate (25-30°C): accelerano il ciclo riproduttivo.
- Bassa umidità relativa: favorisce la sopravvivenza e la dispersione degli acari.
- Stress della pianta, come carenze nutrizionali o idriche, che aumentano la vulnerabilità all’infestazione.
Monitoraggio e Prevenzione
- Monitoraggio regolare:
- Ispezionare frequentemente le piante, concentrandosi sulle foglie basali e sul fusto.
- Utilizzare lenti di ingrandimento per individuare la presenza degli acari.
- Igiene agronomica:
- Rimuovere e distruggere i residui colturali infestati al termine della stagione.
- Evitare di spostare materiale infetto tra vari campi o serre, fare attenzione alla possibilità di trasportare l’acaro con gli abiti degli operatori .
- Trattamenti:
- l’uso dello zolfo è il principale mezzo di prevenzione e contenimento dell’acaro. I trattamenti con questo principio attivo hanno effetti collaterali anche sull’oidio del pomodoro. Un buon prodotto a base di zolfo lo trovi qui.
- Altro mezzo per il contenimento dell’acaro sono gli insetticidi di contatto come gli oli minerali (vegetali/sintetici) lo (trovi qui) e il sapone molle di potassio (tipo questo). Questi prodotti agiscono per soffocamento rivestendo l’esoscheletro dell’acaro con una pellicola soffocante.