L’eriofide della vite è un parassita molto comune che si rinviene con facilità in quasi tutti i vigneti. Questo è un acaro appartenente alla famiglia degli eriofidi il cui nome scientifico è Colomerus vitis. Come vedremo più avanti questo fitofago non reca particolari danni alla vite, anche se in alcune situazioni può portare ad una degenerazione dei germogli. In ogni caso semplici pratiche agronomiche risolvono il problema che rimane solo a livello estetico.
Identificazione e danno
l’eriofide della vite è presente su tutto il territorio nazionale e in tutti gli areali di coltivazione della vite a livello mondiale. Il sintomo caratteristico che si sviluppa sulle foglie di vite colpite è la formazione di bollossità sulla pagina superiore (vedi figura 1). Al disotto di queste formazioni, nell’incavo che si viene a formare si forma una fitta peluria dall’aspetto spugnoso e di colore bianco (vedi figura 2). Questa altro non è che lo sviluppo smisurato dei peli fogliari della vite, stimolato dalla presenza dell’acaro. Con il progredire dell’attacco, il numero di bollosità sulla pagina aumenta e le foglie iniziano a deformarsi. Quando l’attacco inizia ad interessare anche l’apice vegetativo del tralcio si ha una deformazione di tutti i germogli successivi con relativo indebolimento del tralcio.
Da non confondere i sintomi dell’eriofide con quelli della fillossera della vite le cui bollosità sono differenti, essendo queste delle galle molto pronunciate. Clicca sul seguente link se vuoi vedere le foto della fillossera della vite.
In alcuni casi ,con attacco precoce, anche le infiorescenze possono essere colpite con relativa perdita dei futuri acini (vedi figura 3). Gli eriofidi sono acari dall’aspetto vermiforme con dimensioni molto piccole dell’ordine dei 150-200 micron, quindi invisibili ad occhio nudo. La loro presenza sulla vite è relegata quasi interamente all’interno della bollosità dove si nutrono succhiando la linfa delle pianta e trovano rifugio all’interno della peluria, anche se per la loro natura alcuni esemplari si spostano per formare nuove colonie.
Ciclo biologico dell’acaro
Gli adulti svernano sulla vite rifugiandosi sotto le perule delle gemme o tra gli anfratti della corteccia. I primi attacchi riprendono in primavera con la presenza delle prime foglie e delle temperature più miti. Quest’acaro compie diverse generazioni l’anno, dalle 7 alle 8. Gli attacchi cessano con l’arrivo delle temperature più fredde che inducono gli adulti dell’eriofide a ripararsi per svernare.
Lotta all’eriofide della vite
Vista la blanda pericolosità di questo acaro generalmente non sono mai eseguiti dei trattamenti mirati. Questo parassita viene facilmente controllato con trattatemi a base di zolfo (vedi qui) utilizzati per contrastare l’oidio della vite (un prodotto come questo). In pratica per tale caratteristica è difficile che in viticoltura biologica si sviluppi abbastanza da recare danno. Invece in viticoltura convenzionale, dove l’odio viene controllato con prodotti di sintesi, gli attacchi dell’eriofide possono evolversi in situazioni di rischio, anche se un paio di trattamenti l’anno con zolfo sono in grado di bloccare qualsiasi infezione. Da tenere presente che i trattamenti contro l’acariosi della vite (Calepitrimerus vitis) hanno effetto collaterale contro l’eriofide della vite. Da ricordare anche che l’olio minerale (vedi qui) ha azione collaterale contro l’eriofide anche se in misura minore rispetto allo zolfo (lo trovi qui).