La tignola del pesco o tignola orientale del pesco è l’insetto più pericoloso sul pesco. In questa scheda tecnica vedremo come riconoscerlo e prevenire i suoi attacchi. Vedremo inoltre quali prodotti e rimedi naturali utilizzare per eliminarlo
Sommario
Identificazione e danni della tignola del pesco
Cydia molesta (Busck) è un lepidottero originario dei Paesi orientali da dove si è diffuso in molti continenti. In Italia è arrivato nel 1920 ed attualmente è il fitofago chiave per il pesco. Questo assieme alla bolla del pesco (vedi qui) è il principale fattore di danno economico su questa specie vegetale. E’ denominata anche tignola orientale del pesco. Attacca Drupacee principalmente pesco, ma anche Pomacee e Rosacee ornamentali.
l’Adulto di tignola del pesco misura 10-12 mm di apertura alare, con ali anteriori con bordi finemente frangiati su di un solo lato e di colore brunastro. Le ali posteriori sono frangiate lungo tutto il perimetro esclusa la parte in prossimità delle ali anteriori. L’ala posteriore è di colore più chiaro di quella anteriore. Su entrambe le ali sono presenti screziature biancastre (vedi figura 1)
l’Uovo di tignola del pesco è di tipica forma lenticolare, deposto su foglie e frutti, è traslucido e grande circa 1 mm.
la larva di Cydia è lunga 10-14 mm di colore rosato-giallo (vedi figura 2)
Il danno si manifesta poiché la larva di cydia del pesco penetra nei tessuti vegetali (vedi figura 3) determinando l’appassimento dei germogli che assumono un caratteristico aspetto detto “a bandiera”. Una larva può attaccare più germogli (vedi foto sottostante) Particolarmente dannoso è l’attacco nelle piante in allevamento e innestate, ove, nei casi più gravi si può perdere la forma d’allevamento. Nei frutti delle drupacce le larve di tignola del pesco penetrano fino al nocciolo, nelle pomacee i danni sono più superficiali. Una tipica caratteristica è che le larve di tignola orientale prediligono penetrare il frutto nel punto in cui questo è a contatto con parti della pianta come foglie, frutti e rami. Altro punto di entrata è il peduncolo del frutto. È possibile identificare i frutti colpiti nelle drupacee dalla presenza di fuoriuscite di gomma (essudati vegetali). L’attacco di tignola del pesco determina cascola dei frutti o successive infestazioni di patogeni secondari come muffe (monilia, vedi qui scheda tecnica patogeno).
Ciclo biologico della tignola del pesco
La Cydia molesta sverna allo stadio di larva matura tra le screpolature della corteccia o anche nei contenitori di trasporto della frutta. Il primo volo di tignola del pesco si ha ad aprile nell’Italia settentrionale e a fine febbraio nel meridione. Da questi si genera la prima generazione che attacca prevalentemente i germogli. Segue la seconda generazione da metà giugno che attacca germogli e frutti. Da metà luglio in poi si ha la presenza delle terza generazione che è quella più pericolosa. Seguono una quarta e quinta generazione spesso accavallate, l’ultima delle quali è destinata a svernare. La tignola del pesco compie pertanto in Italia 4-5 generazioni.
Forse ti interessa anche la nostra scheda tecnica su: “come prevenire gli attacchi mosca della frutta” che trovi cliccando qui
Confusione sessuale e tecnica di campionamento della tignola
La strategia utilizzata è molto simile a quella dell’Anarsia lineatella (vedi qui). La lotta più efficacie contro la tignola del pesco prevede l’uso dei feromoni per la confusione sessuale. Infatti gli ottimi risultati dimostrati da questa tecnica e il suo basso impatto ambientale ne fa l’arma principale anche nell’agricoltura tradizionale. Esistono diverse marche e tipi di diffusori in commercio e per una corretta efficacia è fondamentale attenersi alle istruzioni riportate dalla casa produttrice. I feromoni vanno applicati prima dell’inizio dei voli della tignola del pesco e questo può essere determinato attraverso la cattura dei primi esemplari (5-6 a trappola) con trappole adesive innescate a feromone o attraverso i modelli previsionali forniti dai vari Servizi Fitosanitari Regionali. Va ricordato tuttavia che esistono dei limiti minimi di ampiezza del frutteto da sottoporre a trattamento e che in determinate condizioni è possibile una migrazione di femmine di tignola fecondate dai vicini fruttiferi. L’efficacia del trattamento si misura attraverso l’installazione di 2-3 trappole adesive innescate con lo stesso feromone, l’assenza di eventuali catture di tignola orientale del pesco è indice dell’efficacia del trattamento. In caso contrario vanno individuate le cause dell’insuccesso come: l’esaurimento dell’attività dei diffusori, forti venti, elevata pressione del fitofago ecc. Oltre al campionamento per determinare l’epoca di installazione dei diffusori di feromone si effettua anche il campionamento per determinare eventuali danni al frutteto. È buona norma controllare la presenza di danni causati dalla tignola del pesco durante tutto il ciclo della coltura controllando a campione i germogli e i frutti.
Trattamenti contro la tignola del pesco
Si interviene con i trattamenti in campo quando si ha un’alta presenza delle larve svernanti di tignola o quando la confusione sessuale ha dato parziali risultati. Visto la pericolosità del fitofago anche pochi attacchi sui frutti sono da prendere in considerazione come soglia di danno. I rimedi naturali utilizzabili per controllare le larve della tignola orientale sono i prodotti a base di Bacillus Thuringensis (qui un prodotto professionale) e i principi attivi a base di spinosad (qui un prodotto professionale) entrambi registrati in biologico. Meno efficaci sono i prodotti a base di azadiractina (vedi qui un prodotto) ma ugualmente utilizzato e integrato con i prodotti citati sopra. Il fulcro principale per il contenimento della Cydia molesta rimane la confusione sessuale con feromoni. Ricordiamo che il controllo della tignola del pesco deve rapportarsi al controllo dell’ Anarsia lineatella (vedi qui scheda tecnica patogeno). Tra i nemici naturali ricordiamo l’Imenotteri parassitoidi Ascogaster quadridentatus e il Pristomerus vulnerator.