Sommario
Come potare la vite in modo corretto, introduzione
In questo articolo cercherò di rendere facile un argomento piuttosto ostico in quanto la potatura richiede una profonda conoscenza dell’argomento.
Cercare di spiegare la fisiologia della pianta di vite non è qualcosa di semplice specialmente per chi non ha dimestichezza con questo lavoro. Online si trovano diverse guide su come potare la vite ma tutte hanno una caratteristica in comune, sono un copia e incolla di argomenti presi online. Quindi per fare una scheda tecnica su tale argomento bisogna essere pratici e soprattutto avere esperienza in merito. Il pubblico di riferimento di questa scheda tecnica sono le persone che hanno un minimo di manualità in agricoltura con un minimo di esperienza nelle potature. Questo mi permetterà di saltare le basi della fisiologia delle piante poiché senza le basi è impossibile seguire una guida alla potatura.
Per facilitare la comprensione ci saranno anche delle foto dettagliate delle varie potature e fasi.
Tralascio tutto il discorso sul perché bisogna potare la vite e quali sono i benefici di questa pratica, do tali informazioni per scontato.
La potatura delle vite è un argomento vasto poiché è la pianta che più richiede tecnica in assoluto, quindi per facilitare la comprensione farò riferimento alle due principali tecniche di potatura nella vite che sono il Guyot e il Cordone Speronato. Ci sono altre forme di allevamento come il Sylvoz, il Casarza, la Cortina ecc. ma richiedono una maggiore tecnica e quindi una maggiore difficoltà di spiegazione.
Cordone Spronato e Guyot sono le più utilizzate in Italia e permettono di produrre uva di qualità.
Altra premessa, in questa scheda tecnica farò riferimento alla potatura di produzione della vite, quindi per piante che hanno almeno quattro anni di vita. La tecnica che spiegherò è quella che permettere l’accrescimento laterale delle branche quindi abbandonando la vecchia tecnica della Testa di Salice o del Taglio di Ritorno. Questa tecnica è quella che permette la maggior vitalità della pianta e ne preserva le caratteristiche nel corso degli anni. Andiamo al dunque.
Identificare le gemme sullo sperone
Prima di passare a spiegare i due sistemi di potatura più utilizzati facciamo una piccola parentesi sulla struttura base di uno sperone. Si definisce sperone una porzione di tralcio avente un anno di età con due o (raramente) tre gemme franche (vedi foto sotto). Lo sperone è alla base della potatura di entrambi i sistemi presi in considerazione in questa scheda tecnica.
La gemma che si trova all’intersezione tra un tralcio di un anno le strutture più mature si chiama Bourillon e di solito non produce, è più piccola e si sviluppa raramente poiché subisce la dominanza apicale delle due gemme franche.
Uno sperone si forma potando a due gemme un tralcio ben lignificato e di dimensioni idonee (dagli 8 ai 12 mm di diametro). Si contano due gemme partendo dalla base escludendo il Bourillon e si pota al di sotto della terza gemma. Si crea così un corto rametto a due gemme che prende il nome di sperone
Non dimenticare anche di leggere la nostra scheda tecnica “guida al riconoscimento delle malattie della vite” che trovi cliccando a questo link
Potatura con sistema Guyot
L’immagine che vedi mostra come si presenta una pianta a fine inverno dopo la caduta delle foglie.
Come identificato nella foto c’è il tralcio che ha prodotto l’anno precedente (tralcio produttivo che ha fruttificato), gli speroni eseguiti lo scorso anno (in questo caso tre) e i tralci generati dagli sproni durante la stagione vegetativa. Nota anche come la pianta si stia accrescendo lateralmente seguendo il filo di banchina (vedi le frecce azzurre). Tutti i rami che vedi sono stati prodotti nella precedente stagione (si dice che hanno un anno di età) ad eccezione di un tralcio che ha due anni di vita (tralcio produttivo che ha fruttificato). Anche gli speroni citati sopra hanno due anni di vita.
La potatura consiste in due fasi: trovare un altro tralcio che darà la produzione nell’anno in corso e creare uno o più speroni. Ma vediamo in dettaglio. Gli speroni, come già detto, sono piccoli branche composte da due gemme le quali rispettivamente daranno origine nella nuova stagione al tralcio produttivo e un altro sperone. Sembra complicato ma capirai bene guardando la successiva foto. Con la potatura nel sistema Guyot andiamo quindi a eliminare il tralcio che ha prodotto lo scorso anno più tutti i tralci che non sono utili a formare lo sperone lasciando un solo tralcio per la produzione nell’anno in corso (vedi foto sotto).
Il tralcio per la produzione dell’anno in corso deve essere un ramo ben sviluppato e lignificato e che ha almeno 8/10 gemme e soprattutto vada in direzione del filare. Per lo sperone invece sceglieremmo un tralcio che sia in posizione basale con la prima gemma rivolta verso il basso. Lo sperone deve essere sempre al di sotto del tralcio produttivo questo per tenere la pianta compatta (vedi foto sotto).
Nel corso degli anni la pianta tenderà ad espandersi lateralmente poiché il legno cresce e si aggiunge alla struttura. Quello che dobbiamo fare è contenere il più possibile questo accrescimento. Continuiamo a parlare dello sperone perché è la parte più importante. Abbiamo detto che questo contiene più gemme, una darà origine a un altro sperone, che è quella basale, mentre l’apicale darà origine al tralcio produttivo del prossimo anno. Per farti capire bene l’importanza dello sperone vedi l’immagine che segue.
Una nota particolare prima di continuare, la potatura richiede delle buone forbici da potatura specialmente sul sistema Guyot dove si rimuove il cordone dell’anno precedente che ha un diametro a volte superiore e 2 cm. Serve quindi una forbice con una lama affilata e duratura nel tempo. Io personalmente uso questa tipologia che trovi qui. Ricorda che se vuoi potare devi avere degli strumenti idonei altrimenti andrai ad affaticare la mano dopo pochi tagli.
Continuando, abbiamo lo sperone lasciato lo scorso anno che ha generato due tralci dalle due gemme selezionate. Sceglierò come nuovo sperone il tralcio generato dalla gemma basale del vecchio sperone, poiché mi permette di stare più vicino alla ramificazione aggiungendo solo una piccola porzione di legno. Questa scelta mi consente di aggiungere circa 1 cm di legno. Se invece andiamo ad aggiungere porzioni maggiori di 3-4 cm ogni anno, nel giro di pochi anni avremo una struttura altamente espansa con il rischio di arrivare a toccare le piante vicine. Invece posso trasformare il tralcio più lontano come tralcio produttivo dell’anno in corso sapendo che una volta terminata la produzione verrà rimosso.
Andiamo quindi ad eliminare i tralci che non ci interessano e a lasciare lo sperone (o gli speroni) più il capo produttivo (tralcio per la produzione). Il risultato è questo che vedi in foto sotto. Abbiamo quindi completato la nostra potatura Guyot lasciando i due elementi fondamentali di questa tecnica, lo sperone/i e il capo a frutto.
Facciamo una simulazione di ciò che accadrà durante questa stagione produttiva aggiungiamo virtualmente con le frecce verdi i germogli che si genereranno, questa è una simulazione visiva di ciò che dovresti vedere a fine stagione su una pianta del genere.
Naturalmente questa è una situazione ideale perché durante la stagione produttiva la pianta tende a sviluppare altre gemme dormienti o di corona e quindi il numero tralci sarà maggiore. Ma facciamo una seconda simulazione su questa foto e andiamo a ipotizzare la potatura dell’anno successivo e sarà facilissimo identificare lo sperone da lasciare e il capo produttivo. Vedi foto sotto.
Di solito si lasciano due speroni (uno per lato) in modo da avere maggiore possibilità di scelta per l’anno avvenire, anche perché c’è la possibilità che non tutte e due le gemme dello sperone si sviluppino. Quindi abbiamo bisogno di un secondo sperone per ampliare la nostra scelta. In parole povere dagli speroni lasciati nel corso degli anni originano le strutture produttive e lo sperone di rinnovo per l’anno seguente.
Generalmente il tralcio produttivo si lascia a 8/10 gemme. Il numero di gemme lasciate sul capo a frutto dipende da diversi fattori come la produttività delle piante, la fertilità delle gemme stesse, dal tipo di vitigno e dalla fertilità del suolo. In via generale possiamo dire che se siamo su terreni poveri e vogliamo fare qualità possiamo tenerci con un numero gemme basso. Se invece siamo su piante molto produttive, sesti di impianto larghi e terreno particolarmente fertile possiamo lasciare anche più di 10 gemme.
Non dimenticare anche di leggere la nostra scheda tecnica su “come concimare la vite con esempi pratici” che trovi cliccando a questo link.
Potatura a cordone speronato
Infine parliamo della potatura a cordone speronato. Questo consiste nell’avere un cordone permanente sul quale dipartono degli speroni come quelli visti per la potatura Guyot ma in questo caso non c’è nessun tralcio da rinnovare. Tecnicamente è là più semplice. In questo caso avremmo il cordone permanente che segue il filo di banchina e non viene mai toccato dalle parature (vedi foto sotto).
Da questo dipartono gli speroni a due gemme, inoltre abbiamo una serie di tralci nati da gemme secondarie che andranno rimossi. È un tipo di potatura che per la sua natura si può anche meccanizzare. Sugli speroni lasciati nell’anno precedente andremo a scegliere il tralcio da potare a due gemme che sarà il più delle volte quello generato dalla prima gemma franca. Per chiarificare le idee vedi la foto sotto e poi discutiamo di questa.
Da questo sperone lasciato lo scorso anno sono nati due tralci che hanno prodotto frutto, andremo quindi a togliere completamente il tralcio più distale dal cordone permanente, e tutti i tralci nati da gemme secondarie (vedi foto sotto)
La foto sopra mostra la situazione di un cordone permanente al quale sono stati eliminati tutti i tralci che non interessano la produzione, sono rimasti solamente tralci nati dalla prima gemma franca. Questi tralci vanno potati lasciando due gemme franche come già insegnato sopra. Una volta fatto questo il nostro cordone apparirà nel seguente modo (vedi foto sotto)
E’ una potatura veramente facile, la difficoltà sta nell’impostare un buon cordone permanente avente una vitalità tale da generare uno sperone ogni 15-20 cm. Questa potatura non è adatta per quei vitigni che hanno scarsa fertilità delle gemme basali. Infatti alcuni vitigni non producono nessuno frutto sulla prima o sulla seconda gemma. Altri vitigni invece producono frutti già dalla prima gemma.
Una nota prima di continuare, a differenza del sistema Guyot sul cordone speronato andiamo ad effettuare tagli di dimensioni ridotte. Possiamo utilizzare in questo caso delle forbici più compatte e più leggere tipo queste. L’utilizzo di strumenti adeguati per effettuare la potatura è fondamentale, un potatore professionista pota non meno di 200 piante al giorno.
Impostare il cordone permanente
Come detto sopra, sul cordone permanente si lasciano dai 3 ai 6 speroni il che significa 6/12 gemme totali considerando due gemme a sperone. Il cordone permanente deve essere orizzontale ben legato al filo di banchina. Il cordone permanente si forma al terzo anno di allevamento utilizzando un tralcio di un anno, legandolo sul filo di banchina e lasciandolo sviluppare in tutte le sue gemme in posizione orizzontale. Si eliminano quindi tutti i tralci cresciuti verso il basso lasciando quelli in direzione apicale ogni 15-20 cm (Questa fase può essere eseguita durante la stagione di crescita, maggio/giugno).
A questo punto il cordone non si tocca e gli unici elementi che andranno potati sono i tralci che si formeranno sui rispettivi speroni.
Queste due tipologie di potatura sono utilizzate per l’uva da vino ma sono altrettanto utilizzabili per l’uva da tavola. Anche se nelle aziende agricole professioniste l’uva da tavola è gestita seguendo il sistema di allevamento a Tendone ma per appezzamenti casalinghi, sia Guyot che il Cordone Speronato vanno bene per produrre uva da tavola. L’unica attenzione è quella di utilizzare varietà adattate alla potatura a cordone Speronato, (che rientra nella categoria della potatura corta) va benissimo con varietà come Pinot nero e Chardonnay che hanno una fertilità delle gemme basali buona mentre è totalmente inutile con varietà come Nebiolo, Lambruschi e Trebbiani che possiedono la prima gemma produttiva in terza posizione, quindi in una posizione che di solito è rimossa con la potatura a cordone speronato.
Malattie del legno e disinfezione degli strumenti
La potatura è il principale mezzo di diffusione delle malattie del legno, inevitabilmente sulla superficie lasciata scoperta dai tagli di potatura si possono insinuare i funghi del mal dell’esca. Abbiamo già parlato di questa malattia una scheda tecnica che trovi qui. Al fine evitare di contaminate le forbici da potatura e quindi diffondere le malattie del legno, queste devono essere frequentemente disinfettate. Gli strumenti più utilizzati sono le soluzioni di ammonio quaternario come il benzalconio cloruro (vedi qui) o l’alcol etilico al 70% (vedi qui). Con l’uso di un apposito spruzzino si detergono le lame di taglio delle forbici di potatura.
Per quando riguarda la prevenzione sui tagli di potatura, come specificato nella scheda tecnica del mal dell’esca, la soluzione al momento migliore è l’irrorazione di formulati a base del bio-fungicida Trichoderma (vedi qui)