In questa guida dedicata ai professionisti del settore vedremo gli aspetti principali da tenere in considerazione nella coltivazione del mirtillo in vaso e nel fuori suolo.
Sommario
Gli aspetti agronomici principali
Il mirtillo ha visto negli ultimi anni una notevole richiesta da parte del mercato. La produzione è quindi uscita fuori da quella che era la sua storica zona di coltivazione per passare ad altri luoghi di produzione. In passato solo le zone agricole con un pH del terreno compreso tra 4.5 e 5.5 potevano ospitare il mirtillo, pianta estremamente esigente per il pH. Oggigiorno grazie allo sviluppo della tecnica del fuori suolo e a quella della coltivazione in vaso semplice anche il mirtillo si può coltivare in luoghi che prima non erano favorevoli.
Rispetto alla coltivazione in pieno campo sia il fuori suolo che il vaso semplice necessitano di costi di investimento maggiori e di una conoscenza tecnica superiore da parte dell’operatore.
In questo articolo non approfondiremo tutti gli aspetti relativi alla coltivazione di questa pianta, un articolo non potrebbe esaurire tutti gli aspetti della coltivazione del mirtillo in vaso. Ci limiteremo quindi a quelli che sono gli aspetti fortemente necessari affinché la coltivazione in vaso del mirtillo abbia successo. Come tutti i sistemi di coltivazione in vaso si necessita di un impianto di irrigazione estremamente efficiente, con filtri, pompe, dosatori della soluzione. Per il fuori suolo si necessità anche di vasche per le soluzioni nutritive (A,B, Acido) ed eventualmente sistemi di controllo remoto della qualità della soluzione nutritiva (pH e EC)
I tipi di substrato
Come già accennato le due soluzione possibili per coltivare il mirtillo in vaso sono o l’utilizzo del fuori suolo o il vaso semplice. Per vaso semplice in questo articolo intendiamo l’utilizzo di contenitori al cui interno viene posto del terreno o meglio dire un substrato. Sia per il fuori suolo che per il vaso semplice i relativi substrati devono garantire due fondamentali condizioni, un pH tra 4,4, e 5,5 e un’ottima capacità di drenaggio.
Provveduto a ciò le piante di mirtillo vengono invasate in contenitori di 30 litri di capacità o superiore, con substrato che può variare a seconda dell’esperienza del conduttore. Nel fuori suolo la possibilità di utilizzare una soluzione nutritiva al limite del perfetto e un impianto di irrigazione e controllo estremamente efficiente permette di utilizzare vasi di taglia minore rispetto alla coltivazione in vaso semplice. Anche il substrato varia in quanto nel fuori suolo la miscela di substrato prevederà l’uso di fibra di cocco e torba per il suo effetto acido, mentre nel vaso semplice alla torba si potrà affiancare del terriccio universale utile ad abbassare i costi di produzione unita o meno con della corteccia di pino. Esperienze finora condotte in Italia nel sistema a vaso semplice hanno portato all’uso dei vasi fino a 90 litri di volume in via precauzionale. In questo articolo le piante che mostriamo in foto sono allevate in una miscela di torba, fibra di cocco, perlite e corteccia di pino, gestite con l’uso del sistema fuori suolo in vasi di 30 litri (vedi foto sottostante). Ad ogni modo a prescindere dal sistema utilizzato l’uso della torba rimane un elemento imprescindibile in entrambe le tipologie di coltivazione e qualsiasi inerte aggiunto alla miscela dovrà tenere presente il fattore pH. (Continua a leggere dopo la foto)
Il mirtillo in vaso può essere allevato sia all’aperto che in serra. Quasi sempre si tratta di tunnel singoli o poli-tunnel accoppiati. Naturalmente l’uso della serra ha il duplice vantaggio di anticipare la produzione e offrire una copertura dagli agenti atmosferici, specialmente dalla grandine.
Il terreno viene pacciamato con una copertura plastica anti-alga che deve essere in grado di permettere la sgrondo delle acque di drenaggio. Le acque di drenaggio vanno allontanate a meno che non si utilizzi il ciclo chiuso nel sistema di coltivazione con il recupero della soluzione di drenaggio, ma ciò comporta un’ulteriore aumento nei costi di impianto. In alcuni casi si possono predisporre le piante su delle baulature rialzate, nel nostro caso tale sistema non è attuato e al suo posto sono state sistemate delle griglie metalliche sulle quali poggiano le piante di mirtillo (vedi foto sopra).
Le varietà coltivate di mirtillo si differenziano per precocità di produzione ed esigenze di ore di freddo, per tanto la scelta varietale va fatta in base all’ubicazione geografica e al mercato che si vuole coprire. Quasi tutti gli agricoltori cercano di coprire con l’uso di più varietà la finestra produttiva più ampia possibile. Le piante vengono acquistate in vivai specializzati, ed è importate puntare sulla qualità al momento dell’acquisto poiché le piante dovranno durare dai 15 ai 20 anni (ma possono durare anche di più). Dal vivaio vengono comprate piante di due anni di vita che vengono trapiantate durante il riposo vegetativo direttamente nei vasi con il volume richiesto. Nulla toglie a seconda della tecnica di coltivazione di trapiantare piante con un’età superiore e di utilizzare volumi di vaso intermedi per poi passare al quarto anno al volume di vaso finale. Durante il trapianto è cosa buona inoculare micorrize (vedi qui come si usano) e trichoderma (vedi qui l’utilizzo).
Le piante vengono disposte in un sesto d’impianto di 1,0 m lungo le file e 2,5-2.8 m tra le file. Ogni pianta deve ricevere 2 o 3 irrigatori a goccia con una portata che in media è di 2 litri ora (vedi foto sottostante).
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(Continua a leggere dopo la foto)
Le piante di mirtillo iniziano a produrre già dal terzo anno e la tecnica colturale dal trapianto in poi prevede l’eliminazione dei rami deboli e l’impostazione della pianta con le potature. Fondamentale è arrivare al quinto anno (primo anno di piena produzione) con 3-4 branche produttive dalle quali si diramano diversi rami produttivi (i brindilli). Il mirtillo si avvantaggia dell’impollinazione ed è quindi buona norma mettere delle arnie di bombi in serra o delle api in pieno campo (vedi foto sottostante). (Continua a leggere dopo la foto)
Concimazione e soluzione nutritiva
L’aspetto più importate come già detto è la soluzione nutritiva. Importante quindi è predisporre un’analisi delle acque irrigue sulla base della quale si prepara la soluzione nutritiva per il fiori suolo o si determinerà la tipologia d’uso dei concimi nel vaso semplice. Sulla base delle analisi delle acque per quanto riguarda il fuori suolo si svilupperanno due soluzioni nutritive; la vegetativa e quella di produzione.
Nella coltivazione in fuori suolo il pH della soluzione nutritiva deve essere di 5,5 e la conducibilità elettrica (EC) di 1200 µs/cm fino a fine fioritura e 1800 µs/cm da fine fioritura fino alla raccolta. La conducibilità elettrica (EC) del substrato deve essere di 1900-2000, il pH del drenaggio deve essere rispettivamente nei parametri di 4,5-5,5 e l’EC del drenaggio deve essere compresa sempre tra 1600-2500 µs/cm. L’EC in vaso semplice dipenderà ancora di più dal substrato utilizzato. Ad ogni modo sia nel fuori suolo che in vaso semplice valori di EC alti del drenaggio stanno a significare che la pianta sta consumando meno di quello che viene messo nel sistema di fertilizzazione, viceversa valori bassi indicano che la pianta consuma più di quello che viene immesso. Nel primo caso si dovrà fare attenzione all’accumulo di sali e verificare se c’è necessità di un ciclo di lavaggio con sola acqua e acido, nel secondo si dovrà incrementare la concentrazione del concime. Al fine di garantire il monitoraggio di questi parametri ci si dovrà fornire di lettore di EC e lettore di pH.
Nella concimazione del mirtillo bisogna tenere in mente che questa pianta non gradisce l’azoto sotto forma nitrica, difatti superata una certa soglia l’anione nitrico risulta tossico per la pianta. Tale informazione si traduce nella scelta dei concimi a base di azoto che prevede l’uso di nitrato d’ammonio, solfato d’ammonio e urea solfato. Il nitrato di calcio è usato solo nella ripresa vegetativa in minime quantità sostituito poi dal cloruro di calcio per il resto del periodo di coltivazione. Ricordarsi che anche lo ione cloro è tossico per il mirtillo in dosi troppo elevate. Anche l’acido nitrico può essere utilizzato in ripresa vegetativa in moderate quantità. Da fine fioritura in poi si andrà ad incrementare l’apporto di potassio con l’utilizzo del solfato di potassio per via della sua reazione acida. Si incrementerà in questa fase anche l’utilizzo di solfato di ammonio sempre per via della sua reazione acida. Magnesio, manganese e rame verranno distribuiti sempre sotto forma di solfato. Al fine di correggere il pH della soluzione o del suolo, oltre all’acido nitrico si può utilizzare l’acido fosforico e l’acido solforico. Il primo di questi due ha l’inconveniente dell’alto costo di utilizzo, mentre il secondo ha il problema della pericolosità di utilizzo e stoccaggio. È possibile anche correggere il pH del substrato con l’aggiunta di zolfo in granuli o lenticolare da distribuire a spaglio sulla superficie del substrato. Anche se questa in vaso rimane una extrema ratio da utilizzare nel caso di particolari difficoltà nel mantenere il pH del substrato basso.
L’impianto per il mirtillo prevede lungo le file di posizionare dei pali ogni 3 metri. Questi fungeranno da sostegni per dei tiranti assicurati all’estremità da due “T” in metallo poste rispettivamente a 0,8 e 1,2 metri di altezza dal suolo. I tiranti che corrono su tutti e due i lati del filare hanno la funzione di contenere la pianta e sostenere i rami dal carico di frutta. Dopo la fioritura le uniche operazioni da effettuare riguardano la gestione della chioma, posizionando i rami sopra i tiranti per evitare che arrivino al suolo o che si spezzino sotto il peso della frutta. Da effettuare regolarmente è il controllo fitosanitario e il controllo della soluzione nutritiva in entrata, in uscita e l’EC del substrato, da effettuare almeno due volte a settimana.
I parassiti principali sono gli afidi, la mosca della frutta e la drosofila (vedi qui). Bisogna porre attenzione agli uccelli (vedi qui come difendersi) che sono voraci consumatori delle bacche in maturazione. La soluzione è porre delle reti anti-uccello a maglie di 2×2 cm in pieno campo o sulle aperture laterali in serra.
Coltivare il mirtillo in vaso non è facile, armati di pazienza ed inizia ad accumulare esperienza. Soprattutto, visto i costi di investimento pianifica bene il tuo investimento e determina come prima cosa la fetta di mercato a cui proporti per la vendita del tuo prodotto.