Sommario
Che cos’è l’aleurodide spinoso degli agrumi
Pesanti infestazioni di Aleurocanthus spiniferus possono far sì che la melata copra completamente la superficie delle foglie e influisca negativamente sulla fotosintesi, oltre a portare al disseccamento le foglie colpite. Questo insetto è in grado di riprodursi su innumerevoli specie vegetali tra cui tutte le piante appartenenti al genere Citrus, Rosaceae e moltissime piante spontanee (vedi figura 2).
Provoca un generale indebolimento degli alberi infestati a causa della perdita di linfa e dello sviluppo della melata. L’aleirode spinoso degli agrumi si diffonde da un luogo a un altro attraverso il movimento di materiale vivaistico e frutti infestati. Questo parassita è anche una forte minaccia per varie piante ornamentali tra cui la rosa. Un insetto con caratteristiche simili e facente parte della stessa famiglia è la mosca bianca delle serre, insetto nativo del bacino del mediterraneo che causa danni simili alla colture ortive.
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Identificazione e ciclo di vita
L’aleurodide spinoso degli agrumi si è diffuso in Africa, Australia, Caraibi e Isole del Pacifico. Attualmente da alcuni anni grazie agli scambi commerciali è stato introdotto anche in Italia. L’ Aleurocanthus spiniferus svolge il ciclo di vita in sei stadi di sviluppo: uovo, larva, due stadi di ninfa, pupa e adulto.
La durata del ciclo di vita (o ciclo biologico) e il numero di generazioni all’anno sono influenzate prevalentemente dal clima. Una temperatura mite con elevata umidità relativa fornisce le condizioni ideali per la crescita e lo sviluppo dell’insetto. Circa quattro generazioni all’anno sono state registrate in Giappone, mentre in altre località si ha la presenza di cinque o sei generazioni. Fino a sette generazioni si possono verificare in condizioni ideali di laboratorio.
L’uovo è di piccole dimensioni (0,2 x 0,1 mm), giallo, peduncolato, questo è deposto in posizione più o meno verticale sulla foglia. Gli adulti depongono le uova in formazioni circolari, semicircolari e talvolta sono deposte a formare una spirale. La larva è di forma ellittica o ovale, di colore marrone e/o nero. A questo stadio la dimensione è di circa 0,4 x 0,3 mm. Negli stadi di ninfa, le frange cerose che percorrono tutto il bordo dell’insetto assumono una consistenza più marcata tanto da divenire un elemento caratterizzante di questa specie (vedi figura 3).
Altro elemento caratterizzante è il colore fortemente scuro tendente al nero che assumono le ninfe in questo stadio. Le dimensioni delle ninfe crescono fino a raggiungere quelle definitive della pupa. La pupa è di forma ovale lunga circa 1,23 mm e larga 1,88 mm con spine dorsali forti e scure. In questa fase la produzione della frangia cerosa da parte dei tubi di cera marginali è molto più evidente. La frangia compatta, bianca, corta e cotonosa che si presenta sul margine pupale è ben visibile anche ad occhio nudo. L’Adulto si presenta come una piccola mosca di 1,5-2 mm di lunghezza con corpo di colore bruno scuro e ali nere con venature e macchie bianche.
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Lotta e controllo biologico dell’Aleurodide spinoso degli agrumi
La lotta contro i focolai di aleirode spinoso degli agrumi in altri paesi è stata sottoposta con successo a controllo biologico. Ad esempio, i giapponesi hanno introdotto i parassitoidi Prospaltella smithi e una Cryptognatha sp. dalla Cina nel 1925, ottenendo così un controllo biologico soddisfacente uccidendo oltre 2/3 della popolazione. Il controllo biologico classico di A. spiniferus viene effettuato attraverso il lancio di Encarsia smithi un Imenottero appartenente alla famiglia degli Aphelinidae. Questo parassitoide è in grado di contenere efficacemente la popolazione dell’aleurodide spinoso.
Oltre ai controlli biologici, il controllo attraverso l’irrorazione di fitofarmaci prevede l’uso di oli bianchi (qui un buon prodotto) e saponi potassici (lo trovi qui), allo scopo di agire con azione di soffocamento sugli stadi pre-immaginali dell’insetto. In aggiunta si possono utilizzare nella miscela anche insetticidi di contato come il piretro (lo trovi qui). Questi trattamenti vanno ripetuti più volte e con adeguati volumi di soluzione insetticida. In Italia almeno due prodotti a base di azadiractina o olio di neem (vedi qui), sono registrati per l’uso sugli aleurodidi, ricordando che questo prodotto ha effetto soltanto sugli stadi giovanili dell’insetto e non sugli adulti, va quindi integrato con altri insetticidi (lo trovi qui).
Per contenere l’infestazione rimane utile eliminare le parti gravemente infestate, potando i rami colpiti se l’insetto non si è esteso su tutta la pianta. Le parti rimosse vanno poste in un sacco per evitare la fuoriuscita degli adulti (possibilmente un sacco in bio-plastica) e bruciate o poste in una buca e coperte con uno strato spesso di terra.
Rimane parzialmente risolutivo il controllo chimico con insetticidi di sintesi.
Potrei gentilmente sapere le percentuali di diluizione di sapone potassico , olio neem e acqua? Grazie
Per e l’olio di neem devi sempre far riferimento all’etichetta del prodotto commerciale. Ogni agrofarmaco a base di azadiractina ha una concentrazione differente di principio attivo in base al formulato commerciale. Idem per il sapone potassico se compri un prodotto per uso agricolo. Se vuoi usare il sapone di Marsiglia per le mani e ridurlo in scaglie ne devi sciogliere una quantità che può andare dai 5 ai 15 grammi litro. Cordiali saluti