La cocciniglia tartaruga del pino è un pericolo insetto recentemente introdotto in Italia. Gli alberi attaccati da questo insetto sono destinati a morire entro 2-3 anni dell’inizio dell’attacco. L’unico rimedio utile per preservare le piante sono i trattamenti di endoterapia. In questo articolo vedremo con identificare l’insetto e i sui segni di presenza sull’albero.
Identificazione e danno
La cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) è una specie di cocciniglia appartenente alla famiglia dei Coccidi. È un insetto parassita che si trova su diverse specie di pini, introdotta in Italia accidentalmente nel 2014.
Attacca principalmente il pino domestico (Pinus pinea) arrecando notevoli danni, arrivando ad uccidere esemplari monumentali di pino nell’arco di pochi anni.
Le cocciniglie tartaruga devono il loro nome comune a causa dell’aspetto, questo ricorda una piccola tartaruga a motivo del loro tegumento (guscio) bombato e con tipiche screziature (vedi figura 1). Sono insetti relativamente grandi rispetto ad altre specie di cocciniglia e possono raggiungere dimensioni fino a 6 mm.
Da non confondere questa cocciniglia con la cocciniglia del fico (vedi qui) che può sembrare simile agli occhi dei meno esperti ma questa non attacca il pino.
Le cocciniglie tartaruga si fissano sulla pianta ospite e succhiano la linfa attraverso un apparato boccale pungente succhiante.
La presenza di cocciniglie tartaruga può portare alla comparsa di una patina appiccicosa chiamata melata, che può favorire la crescita di muffe nere chiamate fumaggini (vedi figura 2).
Le piante colpite assumo un aspetto decadente, con perdita di aghi e formazione di melata che imbratta tutte le superfici al disotto della proiezione della chioma.
Infine, l’analisi dei rametti permette di individuare la presenza della cocciniglia (vedi figura 3)
Ciclo Biologico
Il ciclo biologico della cocciniglia tartaruga comprende diverse fasi che consentono alla specie di completare il suo ciclo vitale. Di seguito viene fornita una descrizione delle principali fasi del ciclo biologico di questa specie di cocciniglia.
- Uova: Il ciclo biologico inizia con la deposizione delle uova da parte delle femmine adulte di cocciniglia tartaruga. Le uova sono piccole e ovali, di colore rosso traslucido. Vengono depositate sotto il corpo della femmina.
- Nascita delle neanidi: Dalle uova schiudono le neanidi (prima età), che sono le giovani cocciniglie. Quelle di prima età sono l’unico stadio mobile dell’insetto. Una volta fissate non si spostano più. Seguono altri due stati di crescita per le neanidi, per un totale di tre stadi.
Stadio sessuale: Alla fine dello sviluppo, le neanidi raggiungono lo stadio sessuale e si trasformano in adulti. Gli adulti sono in grado di riprodursi. In questa specie è visibile un grande dimorfismo sessuale tra maschi e femmine. Il maschio nettamente più piccolo si presenta come forma alata senza il tipico tegumento protettivo. - Riproduzione e deposizione delle uova: Gli adulti di cocciniglia tartaruga sono in grado di riprodursi sessualmente. Le femmine adulte, una volta fecondate, iniziano a deporre le uova sulla pianta ospite per completare il ciclo. Queste vengono deposte e schiudono direttamente sotto il tegumento protettivo.
Il tempo richiesto per completare il ciclo biologico della cocciniglia tartaruga può variare in base alle condizioni ambientali, come la temperatura e la disponibilità di cibo. In generale, il ciclo completo dalla deposizione delle uova alla formazione degli adulti può richiedere dalle 9 alle 10 settimane. In Italia compie circa tre cicli l’anno.
Lotta alla cocciniglia tartaruga
Per il controllo delle infestazioni di cocciniglia tartaruga si possono adottate poche strategie. L’uso di prodotti fitosanitari specifici per cocciniglie, l’applicazione di olio bianco (qui) o saponi insetticidi (qui) per soffocare e rimuovere gli insetti è reso difficile dall’altezza delle piante da trattare. L’assenza di insetti predatori o parassitoidi poco specializzati contro la cocciniglia tartaruga rende il controllo biologico ancora poco pratico.
L’unica soluzione al momento che riesce a salvare un pino affetto da cocciniglia è l’endoterapia con il principio attivo Abamectina. Questo tipo di lotta prevede la somministrazione di una soluzione insetticida all’interno del tronco della pianta e permette il controllo dell’insetto per diversi mesi. La strategia prevede due trattamenti il primo anno, poi un trattamento l’anno di mantenimento.
Su piante giovani di pochi metri d’altezza è possibile effettuare i trattamenti irrorando i prodotti sulla chioma, incluso i saponi potassici (qui) che hanno un’azione secondaria per dilavare le fumaggini sulla chioma.
Considerando la pericolosità dell’insetto e il costo di abbattimento di un esemplare adulto di pino, i trattamenti con endoterapia divengono essenziali onde evitare di incappare negli alti costi di abbattimento o il rischio di caduta di esemplari di pino uccisi dalla cocciniglia.
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