La ruggine della rosa è una comune malattia che si manifesta sulle rose appunto ed è considerata la seconda più grave malattia fungina dopo la ticchiolatura. In questa scheda tecnica vedremo in modo scientifico i danni causati da questo fungo, il suo ciclo biologico e come prevenire e combattere efficacemente questa malattia.
Identificazione e danno
L’agente causale di questa malattia sono diversi funghi appartenetti al genere Phragmidium, ne sono stati identificati 9 ma i più comuni sono P. americanum, P. speciosum, P. fusiforme, P. tuberculatum e nelle nostre aree il nome scientifico del fungo più comune che attacca la rosa è Phragmidium mucronatum. Da menzionare che tale malattia si può manifestare su altre piante appartenenti alla famiglia delle rosacee come la mora selvatica (il rovo). Questa è tra le più comuni malattie della rosa dopo la ticchiolatura (vedi qui)
Le piante colpite manifestano l’insorgenza sulla pagina superiore di piccole macchie color rosso amaranto circondate da un alone più chiaro tendente al giallo (vedi figura1). Girando la pagina inferiore in prossimità delle macchie si sviluppano delle pustole color arancione che a maturità assumono aspetto polverulento (vedi figura 2). Tali sintomi possono verificarsi anche su i piccioli fogliari e sui giovani steli.
Gli organi così colpiti sono soggetti a deformazioni e perdita della capacità fotosintetica. Si viene così a creare un deperimento della pianta che porta alla caduta precoce delle foglie. Piante fortemente colpite sono di pessimo aspetto estetico e producono meno fiori. Da menzionare che esiste un’ampia suscettibilità a questa malattia tra le varie varietà di rosa. Alcune perdono le foglie con la presenza di poche pustole mentre altre rimangono attaccate alla pianta anche se fortemente coperte dalle pustole. Verso la fine dell’estate sulla pagine inferiore si vengono a creare dei puntini nerastri che si sviluppano tra le pustole, questi altro non sono che le teliospore che garantiranno al fungo la sopravvivenza per l’anno successivo.
Ciclo biologico della ruggine
Il ciclo biologico delle ruggini è molto complicato perché il più delle volte si svolge su due ospiti (piante) differenti, anche se nel caso della ruggine della rosa non è noto l’ospite secondario. Ad ogni modo cercherò di semplificare il ciclo sulla rosa.
I primi sintomi appaiono all’inizio della primavera con la formazione delle macchie amaranto sulla superficie superiore della foglia come descritto sopra. L’optimum di temperatura per lo sviluppo della malattia è 18-21 °C ed una bagnatura delle foglie o rugiada per 2-4 ore. Il primo stadio di sviluppo della malattia è lo sviluppo delle teliospore che sono visibili sulla pagina inferiore delle foglie come ammasso polverulento arancione nelle pustole. Le teliospore germinano rilascinado le basidiospore che trasportate dal vento andranno ad infettare altri organi attraverso le aperture stomatiche continuando e moltiplicando l’infezione. Verso la fine dell’estate si iniziano a sviluppare le uredospore che hanno funzione di far svernare il fungo durante l’inverno. La presenza delle uredospore è visibile come puntini neri sulla pagina inferiore delle foglie o sui giovani rametti. Le uredospore rimaste sulle foglie non cadute o sulle parti legnose attaccate daranno vita ad una nuova infezione nell’anno successivo, germinando e colonizzando i tessuti e portando alla formazione delle pustole e quindi nuovamente delle teliospore.
Lotta e cura della malattia
Uno dei primissimi accorgimenti da adottare nei nuovi impianti di rosa specialmente in un ambiente con primavere piovose e umide è quello di preferire varietà tolleranti a questa malattia. I vivai possono fornirvi varietà tolleranti.
Nel caso di impianti già esistenti vanno eliminate le foglie con i primi sintomi della malattia e con la potatura verde vanno eliminati tutti i rami che presentano sintomi. Tale accorgimento serve a ridurre la virulenza della malattia nella stagione in corso. Un ulteriore potatura atta a rimuovere le parti legnose sintomatiche vene effettuata ad inizio autunno allo scopo di ridurre la presenza delle uredospore.
Diversi prodotti chimici sono registrati per controllare la ruggine della rosa, tra cui i prodotti biologici a base di rame (qui un buon prodotto) in tutte le sue formulazioni. I trattamenti con il rame sono ovviamente di tipo preventivo. Da ricordare che i trattamenti a base di azadiractina (la trovi qui) hanno un blando effetto fungicida quindi aiutano a contenere la malattia ed hanno effetti contro tentredine (qui) e argidi (qui) . Tra i corroboranti (vedi qui) possiamo menzionare l’utilizzo dell’olio di soia (qui un buon prodotto) per la sua azione di stimolo delle difese e un’azione secondaria per il controllo del ragnetto rosso (vedi qui). Infine ricordiamo che i corroboranti a base di silice, bentonite e caolino possiedono un’azione disidratante ed effetto barriera che aiuta a contenere l’ingresso del patogeno.