Black rot o marciume nero della vite è una malattia causata da un fungo che in determinate condizioni determina gravi perdite di prodotto. In questa scheda tecnica vedremo come identificare questa patologia attraverso accurate foto e come prevenirla.
Identificazione e danno
Il black rot è una patologia di recente introduzione nel vigneto, provenendo dal Nord America e diffondendosi prima in Francia e poi in Italia. Negli ultimi anni nei nostri ambienti si sta sviluppando sempre più frequentemente e con maggior forza.
La malattia è causata dal fungo ascomicete Guignardia bidwelli che generalmente si comporta come fungo secondario nel vigneto. Dagli anni 80′ però sono sempre più frequenti i danni causati su vite, con danno particolarmente grave sui grappoli. È un fungo opportunista secondario, dove, nei vigneti in cui si è sviluppato assume i caratteri di patogeno primario.
Il suo sviluppo è fortemente influenzato dall’andamento climatico, favorito da piogge e umidità elevata durante l’ingrossamento del grappolo.
I momenti di maggiore pericolosità sono compresi da fine fioritura fino ad invaiatura, e se questi periodi sono contrassegnati da assenza di piogge e bassa umidità la malattia non si sviluppa. La corretta gestione deve integrarsi con la peronospora della vite (vedi qui) e l’oidio della vite (vedi qui) in quanto alcuni trattamenti contro queste patologie hanno effetti contro il marciume nero.
I primi sintomi appaiono sulle foglie con la formazione di necrosi puntiformi dai bordi irregolari di dimensioni dai 4 ai 10 mm (vedi foto 1).
Successivamente sui giovani acini appaiono delle zone depresse dall’aspetto lesso e di color nocciola che tendono a disseccare l’acino nei giorni seguenti (vedi foto 2) formando quelle che sono definite mummie (vedi foto 3). Prima che l’acino dissecchi sulla superfici di questo appaiono dei puntini nerastri che altro non sono che i picnidi e/o i periteci del fungo, quindi gli organi di riproduzione. Anche nelle macchie delle foglie si sviluppano i picnidi/periteci. Col tempo le macchie sulle foglie colpite tendono ad aumentare e ad ingrandirsi fino a provocare il disseccamento dell’intera foglia. Gli acini colpiti disseccano completamente e si può avere anche la perdita dell’intero grappolo.
Ciclo biologico del black rot
Il marciume nero della vite sverna sugli acini mummificati o su altri organi colpiti sotto forma di periteci. I periteci non sono altro che organi di conservazione, frutto della riproduzione sessuata del fungo. Da questi, in primavera, con l’arrivo delle prime piogge si sviluppano e vengono diffuse le ascospore. Queste una volta arrivare sulla giovane vegetazione danno inizio all’infezione primaria. Generalmente i primi organi ad essere colpiti sono le foglie dove si sviluppano le caratteristiche macchie necrotiche. Ma in questa fase possono anche essere colpiti i grappolini in fine fioritura. Successivamente sugli organi colpiti si sviluppano i picnidi, visibili come puntini nerastri sulle foglie o sugli acini (vedi foto 4). Da questi si sviluppano e vengono rilasciati i conidi che danno origine alle infezioni secondarie che andranno ad attaccare in maniera incisiva gli acini fino all’invaiatura. Verso la fine dell’estate il fungo torna a sviluppare i periteci con i quali sopravvivere all’inverno e ri-iniziare l’infezione nella primavera successiva.
Lotta e prevenzione del black rot
Come già citato nel ciclo biologico, il black rot della vite sverna nel vigneto come peritecio sugli organi colpiti, specialmente sugli acini mummificati.
La prevenzione quindi si basa sull’eliminazione con la potatura verde dei grappoli colpiti e se possibile anche delle foglie. Il materiale vegetale eliminato va allontanato dal vigneto e interrato.
Fondamentale è anche arieggiare la chioma con opportune potature verdi e con la defogliazione anticipata lì dove possibile. Successivamente durante la potatura invernale vanno rimossi e allontanati tutti restati grappoli colpiti.
Bisogna porre inoltre attenzione i vigneti abbandonati nei dintorni in quanto sono fonte di inoculo della malattia
In agricoltura biologica la prevenzione è l’arma fondamentale in quanto le molecole chimiche che controllano in modo efficace la malattia non sono ammesse.
Ad ogni modo i trattamenti a base di rame (vedi qui scheda tecnica) e zolfo (qui) hanno un effetto contro il marciume nero della vite.
In agricoltura integrata la malattia viene controllata anche attraverso i trattamenti a base di principi attivi appartenenti alla famiglia dei didiocarmammati, triazoli e strobilurine.