Pythium, moria delle piantine e dei semenzai

Cos’è il Pythium spp. e come riconoscere questa malattia

Pythium è un genere di oomiceti presente in tutto il mondo che in determinate condizioni può causare gravi danni alle colture agrarie e ai tappeti erbosi e prati . Molte specie di pythium sono saprofitiche, si nutrono cioè di materiale vegetale in decomposizione. Altre invece sono parassiti di vegetali, molti dei quali con comportamento opportunista potendo sia vivere come saprofiti che come parassiti. Sono diverse le specie di Pythium che causano danni in agricoltura, le più importanti sono Pythium ultimumP. debaryanum, e P. irregulare. Da pochi anni è stata riscontrata in Italia su spinacio la specie Pythium aphanidermatum apparsa nel 2014 nella provincia di Salerno.

Figura 1 – Piante di spinacino colpite da Pythium. Si noti la taglia ridotta e gli ingiallimenti delle piante colpite

Le piante attaccate da pythium manifestano dapprima rellentamento della crescita e clorosi. Dopo alcuni giorni le piante iniziano a manifestare appassimenti delle foglie specialmente durante le ore più calde. Tale sintomatologia sparisce durante le ore più fresche della giornata, come la notte, per poi manifestarsi nei giorni successivi sempre con maggior intensità fino a quando le piante non collassano completamente e disseccano al suolo (vedi figura 1). L’analisi dell’apparato radicale delle piante colpite mostra una radice compromessa con evidenti disseccamenti e necrosi di colore scuro. I tessuti radicali si disgregano al tocco (vedi figura 2). Questa sintomatologia può essere scambiata all’inizio con attacchi del dittero delia platura (vedi qui scheda tecnica) ma un veloce esame dell’apparato radicale e l’assenza delle larve nelle radici può togliere ogni dubbio. I pythium colpiscono generalmente le giovani piantine e semenzai denominando così tale malattia come “moria delle piantine o dei semenzai”. Notevoli danni sono causati anche sui giovani tappeti erbosi e prati, dove a pochi giorni dalla semina le piantine possono essere attaccate mostrando i sintomi sopra descritti. Sui tappeti erbosi la diffusione della malattia si presenta a chiazze di leopardo con morie concentriche sparse e dal diametro di pochi centimetri fino a raggiungere aree di 30-40 cm. Su piante adulte gli attacchi di pythium sono sporadici in quanto la lignificazione dei tessuti radicali rende più difficile l’attacco dei pythium. Su piante adulte la penetrazione dell’oomicete può avvenire solo attraverso lesioni e microferite. Generalmente ogni singola specie di pythium ha un largo spettro di ospiti su cui può vivere, rendendo così nell’orticoltura intensiva la gestione di questo patogeno molto difficile.

Figura 2 – Piantine di spinacino con evidenti sintomi su radice di Pythium. Si noti il colore scuro che assume la radice e l’aspetto necrotico

Ciclo di vita dei pythium

I pythium possono sopravvivere nel terreno come oospora, sporangio e zoospora. L’oospora è l’elemento durevole del patogeno, potendo rimanere quiescente nel terreno per più di un anno per poi germinare ed invadere con il micelio l’ospite. Gli sporangi nei pythium si presentano come ife dall’aspetto ingrossato aventi funzione di disseminazione. Queste come le oospore possono germinare e formare nuovo micelio, ma a differenza di queste gli sporangi (come anche le zoospore) hanno una durata di vita nel terreno inferiore alle oospore. Infine gli sporangi possono formare gli zoosporangi, strutture al cui interno vengono formate le zoospore. Le zoospore un volta rilasciate nel terreno, grazie all’uso dei flagelli possono muoversi nel terreno attraverso il velo d’acqua e raggiungere le piante ospiti seguendo i segnali chimici emessi dagli essudati radicali delle piante (vedi figura 3)

Figura 3 – Ciclo di vita del Pythium. foto da researchgate di Matthews 1931

Lotta e prevenzione alla moria delle piantine

Molti pythium sono patogeni opportunisti e causano gravi danni quando si verificano determinate condizioni. Irrigazioni abbondati e temperature elevate sono i fattori che determinano l’esplosione della malattia. Inoltre anche la presenza eccessiva di azoto determina l’incremento della patologia.

Le pratiche agronomiche da adottare al fine di sfavorire la malattia sono:

  • Evitare irrigazioni abbondanti
  • Non somministrare azoto durante le fasi di germinazione (favorisce il patogeno)
  • Dove possibile utilizzare cultivar o portinnesti tolleranti
  • In serra vanno evitate temperature troppo elevate durante la germinazione
  • Disinfettare le soluzioni nutritive qualora venissero riutilizzate (sistemi chiusi, idroponica)
  • In pieno campo vanno adottati adeguati drenaggi per evitare il ristagno idrico e un’eccessiva umidità del terreno.

L’adozione di rotazioni colturali non sempre da il gusto effetto, ciò è dovuto al fatto che ogni singola specie di pythium ha un largo spettro di ospiti su cui sopravvivere, appartenenti a famiglie vegetali anche molto differenti. In agricoltura convenzionale si può far ricorso ai geodisinfettanti e fungicidi di sintesi. Mentre in agricoltura biologica si possono utilizzare formulati di bio-fungicidi come il trichoderma (vedi qui scheda tecnica) o il fungicida biologico a base di Streptomyces griseoviridis. Entrambi vanno somministrati con azione preventiva possibilmente in due o più interventi.

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